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giovedì, Marzo 28, 2024
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Nascondevano 60 milioni di euro falsi, scovato il tesoro dei ‘finti gioiellieri

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Nascondevano 60 milioni di euro falsi, scovato il tesoro dei ‘finti gioiellieri. L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile, diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno, prende le mosse da una truffa posta in essere nella città labronica nell’estate del 2020. Dopo una serie di contatti intrattenuti telefonicamente, una famiglia della provincia di Livorno prese appuntamento con dei sedicenti gioiellieri di origine israeliana, abitanti in Svizzera e con alcune gioiellerie in diverse località del Piemonte, per vendere alcuni gioielli di famiglia. Nell’incontro preliminare, i beni vennero valutati 264mila euro.

IL TRUCCO DELLA MAZZETTA

Al successivo e definitivo appuntamento, fissato dagli acquirenti nella business room di un prestigioso hotel cittadino, avvenne la vendita dell’oro, con contestuale consegna delle banconote. Una volta tornati a casa, gli ignari venditori realizzarono di essere stati truffati, avendo ricevuto il pagamento in banconote da 100 euro false. I truffatori, abili nel confondere i venditori, avevano ripetutamente consegnato la stessa mazzetta di banconote autentiche, facendole contare alle parti offese con una macchinetta conta soldi e, quando la restituivano ai sedicenti gioiellieri, questi la sostituivano con una mazzetta falsa, ripetendo il raggiro sino al raggiungimento della cifra concordata.

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Le parti offese presentarono quindi la denuncia presso la Squadra Mobile di Livorno, che immediatamente avviò le indagini delegate dalla Procura di Livorno e protrattesi a ritmi serrati per alcuni mesi fino a quando non è stata individuata una ritenuta “batteria” di truffatori seriali, tra loro anche legati da vincoli di parentela, dimoranti in varie località del Nord Italia ed il cui “dominus”, ideatore di questo ingegnoso metodo truffaldino (denominato “rip-deal”), risultava residente in provincia di Alessandria.

TROVATE I 100 EURO USATI PER LA TRUFFA

Sono stati quindi predisposti servizi di appostamento e monitoraggio dei sospettati, finché, alcuni giorni fa, alle prime luci dell’alba, sono state eseguite le perquisizioni – delegate dalla Procura della Repubblica di Livorno – nelle città di Bergamo e Torino, dove nel frattempo si era spostato colui che è ritenuto il “capo”.

Nel corso delle attività, gli investigatori della Squadra Mobile di Livorno, con la preziosa collaborazione degli omologhi uffici delle Questure territorialmente competenti, hanno proceduto al sequestro di banconote false di taglio da 100 euro identiche a quelle utilizzate per la truffa in questione, oltre ad una pistola ad impulsi elettrici tipo “teaser” ed una lampada UV per verificare la veridicità delle banconote, funzionale a compiere i raggiri e guadagnare la fiducia dei malcapitati di turno.

Nelle pertinenze dell’abitazione di uno degli indagati, è stato poi individuato un vero e proprio deposito di banconote false, in varie valute (Euro, Dollari Statunitensi, Kune Croate e Franchi Svizzeri), per un corrispondente valore nominale di oltre 60 milioni di Euro, destinate evidentemente ad altre truffe in procinto di essere attuate. Alla luce di quanto accertato, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria quattro persone (di età compresa tra 21 e 29 anni), tutte con svariati precedenti penali a carico, in particolare per reati predatori e contro il patrimonio, anche commessi mediante frode

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