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martedì, Maggio 7, 2024
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“Non mangiare pesce crudo, è tossico”, blitz dei Nas tra Puglia e Campania: 18 misure cautelari

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Associazione per delinquere finalizzata all’adulterazione di sostanze alimentari, frode e falso inerenti l’attività di produzione e commercio di prodotti ittici in tutto il Paese: sono i reati che la Procura di Trani contesta a 18 persone raggiunte questa mattina da altrettanti provvedimenti cautelari disposti dal gip del Tribunale.

Si tratta di titolari e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie, nel nord Barese, di una società di consulenza e di un laboratorio privato di Avellino. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas di Bari, hanno portato anche al sequestro di beni riconducibili ad alcune delle società coinvolte nell’inchiesta.

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Le intercettazioni choc

C’è l’intercettazione di un dialogo che ha sconcertato gli investigatori nei verbali delle indagini sul tonno adulterato che stamani ha portato il Nas di Bari ad eseguire 18 misure cautelari a carico di altrettanti indagati tra la Puglia e la Campania. Le misure sono state eseguite dopo che – ha spiegato il procuratore di Trani, Renato Nitti – “nella prima fase di indagine alcuni degli intossicati sono finiti in rianimazione o in terapia intensiva”.

Il dialogo – secondo l’accusa – dimostra la consapevolezza degli indagati sui reati compiuti. L’intercettazione è del settembre 2021 e ad assere captata è la voce di una dipendente della società di certificazione coinvolta che dice “me li sogno la notte i cristiani che si sentono male. Nessuno ci ha lasciato le penne solo per grazia del Signore: non mangiare pesce crudo”.

Secondo il procuratore, lo stralcio della conversazione dimostra che tra i dipendenti del laboratorio di analisi “vi è la volontà di scremare i dati o di ometterli”, per “massimizzare il volume di affari viste le centinaia di chili di prodotto adulterato commercializzato in tutta Italia”. Le sostanze vietate usate per “rendere più appetibile il prodotto” erano nitriti e nitrati.

Secondo quanto emerso, il tonno pinna gialla (Thunnus Albacares, da cui prende il nome l’operazione), prima della sua immissione in commercio, veniva decongelato e adulterato con sostanze non consentite, per esaltarne l’aspetto e il colore “ma rendendolo, di fatto, nocivo per la salute dei consumatori”. (ANSA).

FOTO DI REPERTORIO

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