Si chiude il cerchio sull’omicidio di Antonio Natale, il pusher ribelle di Caivano ucciso il 4 ottobre 2021 dal clan di cui faceva parte perché colpevole di essersi impossessato di una borsa contenente droga, armi e denaro.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Napoli, hanno notificato tre arresti in carcere a tre persone già detenute ritenute appartenenti al commando che attirò in un tranello e poi assassinò Natale con tre colpi di pistola al torace e alla testa. Si tratta di Gennaro Pacilio, Emanuele D’Agostino e Bruno Avventurato.
Tutto avvenne di ritorno da una giornata di shopping a Napoli.
Natale venne assassinato in auto e il suo cadavere, esposto all’intemperie, venne trovato dopo due settimane in un fondo agricolo. Il mandante di questo feroce omicidio è ritenuto Domenico Bervicato, facente parte dell’omonimo gruppo malavitoso del Parco Verde, che in carcere ha rilasciato dichiarazioni parziali, lacunose e fuorvianti circa l’accaduto.
Il nome di Bruno Avventurato (fratello di Giancarlo Avventurato) compare già nella prima ordinanza a carico di Bervicato. E’ colui che organizzò la festa a Nola a cui doveva andare Antonio Natale. Bruno Avventurato è molto amico di Bervicato, infatti avevano trascorso con la sua famiglia le vacanze estive a Zante.
Secondo gli investigatori i fratelli Giancarlo (non indagato) e Bruno, sarebbero membri dell’omonimo gruppo criminale dominante sul territorio di Acerra nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti, con a capo l’altro fratello, Giuseppe Avventurato, ucciso in un agguato camorristico in data 19.12.20.
Omicidio Antonio Natale a Caivano, Bervicato:”Sono stato io, vi dico cosa accadde quella sera”
”Sono stato io, vi dico cosa accadde quella sera”. Domenico Bervicato, fa chiarezza sull’omicidio di Antonio Natale, il giovane pusher ammazzato e fatto sparire per alcuni giorni, il cui cadavere fu ritrovato in piena campagna nella periferia di Caivano. Un delitto che Bervicato tentò di sviare, inscenando fughe, dicendo bugie, inquinando prove, tentando di costruirsi un alibi. Ma tutto ciò non è servito a nulla perché grazie al lavoro puntiglioso dei militari dell’Arma di Castello di Cisterna, è stato possibile individuare l’autore del delitto, le modalità ed il movente. Tant’è che messo alle strette, Bervicato non ha potuto far altro che confermare il quadro indiziario a suo carico. Ma anche ammettendo di essere stato lui a commettere l’omicidio Natale, ha tentato comunque di allegerire la sua posizione, anche questa volta inutilmente.
E’ il 22 ottobre del 2021 quando Bervicato viene intercettato mentre parla con la sua compagna. Nella telefonata non si mostrava in alcun modo pentito per quanto commesso, e commentava l’omicidio con parole estremamente dure, esprimendo indifferenza per il dolore altrui. “….a questo punto, lo sai come ti dico, arrivato ad un certo punto, è meglio il sangue di un altro a terra che il nostro, perché come stanno facendo loro, stanno facendo non me fotte proprio più! … mò stiamo tutti quanti all’in piedi, ridiamo, scherziamo, mangiamo … ratti a fare una settimana, dieci giorni alla faccia loro, lercia, infame …”.
La ragazza dal canto suo, rassicurava il compagno del fatto di aver gettato via tutti i telefonini al fine di dissolvere ogni possibile traccia del delitto, trovando il disappunto di Bervicato che la redarguiva affermando che almeno un telefonino avrebbe dovuto conservarlo per “ingannare le forze dell’ordine”.