Luciano Verdoliva è conosciuto come il titolare del ristorante Le Tra Caravella, ma da oggi il 46enne dovrà rispondere di un omicidio di camorra. I carabinieri lo hanno arrestato all’interno della sua attività commerciale, poi ispezionata dal Nas che hanno sequestrato 50 kg di prodotti ittici privi di tracciabilità. L’imprenditore di Castellammare ha ricevuto anche una multa da 3500 euro ed è stato diffidato per carenze igienico sanitarie: il ristorante non è stato chiuso.
Omicidio nella faida di camorra, scoperti i presunti killer del clan D’Alessandro
Oggi i militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due persone ritenute gravemente indiziate di concorso nell’omicidio di Carmine Paolino, avvenuto a Castellammare di Stabia il primo marzo del 2005. Il raid mortale aggravato dalla premeditazione e dall’aver commesso il reato con la finalità di agevolare il clan D’Alessandro, egemone a Castellammare di Stabia.
VITTIMA ATTIRATA IN TRAPPOLA
Il provvedimento scaturisce in seguito a plurimi riscontri investigativi alle convergenti dichiarazioni accusatorie di due collaboratori di giustizia, da cui sarebbero emersi dettagli. Il presunto coinvolgimento dei due destinatari del provvedimento cautelare quali esecutori materiali dell’omicidio, il 50enne Antonio Occidentale e il 46enne Luciano Verdoliva, in quanto avrebbero attirato con una scusa la vittima all’interno di un’auto per poi ucciderla con due colpi di pistola alla testa, abbandonandone il cadavere in via Sant’Andrea. Riscontrata la presunta finalità mafiosa dell’azione criminale, volta ad affermare il potere del clan D’Alessandro sul territorio.
