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venerdì, Marzo 29, 2024
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Faida “Paranza dei bambini”: Luigi Galletta ucciso perché non “tradì” il cugino. La ricostruzione

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La polizia di Stato di Napoli, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 11 soggetti gravemente indiziati dei delitti di associazione di tipo mafioso, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, comuni e da guerra, e ricettazione.

Il provvedimento cautelare prende in esame le condotte criminali di soggetti che, già pienamente organici al clan Sibillo all’epoca della latitanza dei fratelli Emanuele e Pasquale Sibillo, sono poi assurti ad un rango apicale, quali referenti del clan, in seguito all’assassinio di Emanuele Sibillo e in seguito all’arresto di Pasquale Sibillo.

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In particolare le indagini degli agenti della Squadra Mobile hanno documentato la violenta contrapposizione sorta tra il clan Sibillo e il clan Buonerba-Mazzarella per acquisire la supremazia e il controllo degli affari illeciti sul territorio urbano di Forcella, della Maddalena, di via dei Tribunali e, più in generale, sull’area dei Decumani.

L’ordinanza cautelare in questione cristallizza, in particolare, le dinamiche associative che hanno condotto dapprima alla violenta aggressione del giovane incensurato Luigi Galletta e, dopo appena tre giorni, al suo omicidio, avvenuto il 31 luglio 2015, all’interno dell’officina meccanica dove svolgeva l’ attività lavorativa.

Infatti, secondo la ricostruzione del giudice, operata soprattutto attraverso l’esame delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e delle risultanze di natura intercettiva, l’agguato omicidiario ai danni del Galletta è da collocarsi nel contesto del conflitto in atto tra il clan SIBILLO, nella sua nuova composizione apicale, ed il clan BUONERBA/MAZZARELLA.

Alla luce di tali evidenze probatorie, quindi, è acclarato che ad originare l’efferato delitto, commesso da esponenti del clan Sibillo, è stato il rifiuto della vittima di fornire elementi utili al rintraccio del cugino, Luigi Criscuolo, schieratosi con il gruppo antagonista dei Buonerba/Mazzarella

Inoltre, l’ordinanza cautelare in esame consente di individuare anche i responsabili, appartenenti al clan Buonerba-Mazzarella, dell’esplosione di un micidiale ordigno esplosivo, simile per caratteristiche alla bomba a mano denominata ananas MK2, avvenuta il 4 ottobre 2015 nei pressi dell’abitazione di un esponente di spicco del clan Sibillo, che provocò il danneggiamento di alcune attività commerciali.

L’esplosione non ebbe ulteriori conseguenze perché le strade del centro cittadino erano deserte, essendo in pieno svolgimento un incontro di calcio del Napoli.

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