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giovedì, Luglio 4, 2024
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“Questo ci inguaia”, la famiglia temeva il pentimento di Ettore Bosti

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Ettore Bosti avrebbe potuto iniziare a collaborare con la giustizia dando un tremendo colpo al suo clan. Il retroscena è emerso dall’ultima ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli contro alcuni componenti della famiglia dell’Alleanza di Secondigliano. Dalle ricostruzioni della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Napoli sarebbero venuti fuori i timori di Luca Esposito in merito alla possibile decisione del cognato.

Dunque il 26 luglio 2021 sono stati intercettati il genero di Patrizio Bosti e la moglie i quali commentavano lo stato di disagio vissuto dal giovane detenuto al regime del 41 bis. Esposito avrebbe chiesto alla moglie di incontrare il fratello per tranquillizzarlo e cercare di capirne le intenzioni, sottolineando il fatto che lei “è la sorella più grande” e deve prenderlo “di faccia” per farlo riprendere.

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Esposito ha manifestato i suoi timori rispetto ad un eventuale pentimento del cognato: “Guagliù… questo ci inguaia! Ma non che ci inguaia, ci inguaia, ma no che ci inguaia che andiamo carcerati” e la moglie rispondeva: “Ah ci inguaia .. della famiglia si” ed Esposito continuava: “Ci inguaia che te ne devi andare da Napoli tu te ne devi andare… Quelli ci uccidono… ma ti pensassi che tuo fratello si butta a pentito… tu puoi prendere gare qualche botta in faccia...” E’ evidente il timore dei due coniugi, perfettamente consapevoli di essere individuati, nell’eventualità, come immediati destinatari di una ritorsione da parte del loro clan.

L’inchiesta contro il clan Contini-Bosti

Sono state notificate a Patrizio Bosti, ai suoi figli Ettore e Flora Bosti, al genero Luca Esposito, le nuove accuse formulate dall’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nicola Gratteri e notificate da Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Secondo quanto emerso dalle indagini Patrizio Bosti comandava e dava ordine e direttive, nonostante fosse al 41bis nel carcere di Parma. Anche il figlio Ettore, sottoposto allo stesso regime carcerario ma a Cuneo, ha impartito i suoi ordini, in particolare a chi era demandato alla gestione economica del clan, anche in maniera vessatoria.

La longa manus del boss Bosti

Flora Bosti viene invece ritenuta la longa manus del padre, infatti, la donna gestiva la cassa del clan grazie alla quale “manteneva” gli affiliati e le loro famiglie. Era lei ad occuparsi di investire i proventi illeciti e a tenere i rapporti con gli affiliati per conto del padre. Il reato di riciclaggio viene contestato anche al genero di Bosti, Luca Esposito, il quale, con la moglie Flora Bosti, altra figlia di Patrizio, metteva a segno le sue truffe vendendo gli orologi di lusso “taroccati” a persone facoltose in tutto il mondo, per poi riciclarne i proventi in società intestate a prestanome.

Arresti contro la famiglia Bosti: boss, figli e genero finiscono nei guai

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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