“Letture inopportune per un camorrista”. Con questa motivazione i giudici negarono nel novembre del 2016 al superboss e capo degli Scissionisti Arcangelo Abete di ricevere nella cella nella quale è recluso il ‘regalo’ inviatogli da un conoscente. Si trattava di due libri sulla vita di Totò Riina e uno sulla storia della camorra. La direzione del carcere di massima sicurezza di Opera a Milano bloccò l’arrivo di tre libri destinati ad Abete poichè secondo i giudici le letture non sarebbero consone per il personaggio.
Si tratta di un passaggio chiaro in cui da un lato viene evidenziato il rigore massimo che vige per i detenuti al 41bis e dall’altro la caratura criminale di quello che è stato definito uno dei registi della terza faida di Secondigliano e Scampia.