Convalidati i fermi dei sei giovanissimi accusati di essere organizzatori e esecutori del raid ai Banchi nuovi costato il ferimento di tre ragazzi tra cui Nunzio Saltalamacchia, cugino dell’omonimo boss della Pignasecca e indicato come il reale obiettivo dell’agguato insieme ad un altro giovane suo amico. Scena muta davanti al gip per Salvatore Delle Rosse, Giuseppe Cavaliere, Emanuele Caiazzo (indicati come gli organizzatori del raid), Francesco Uccello, Luigi Ammendola (indicati come esecutori materiali) e l’albanese Mimini Bisnik (che avrebbe offerto appoggio logistico ai cinque). I giovani, che dunque si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, sono difesi dagli avvocati Francesco Esposito e Alberto Mazziotti, restano dunque in carcere. La palla ora passa al Riesame. Ad incastrare i sei l’abbigliamento di alcuni di loro che, secondo l’accusa, non lascerebbe spazio a dubbi. Come ricostruito nel decreto di fermo il reale obiettivo era proprio Nunzio Saltalamacchia con cui, alcuni degli indagati, avrebbero avuto una lite nei giorni precedenti al raid.
L’indagine lampo della squadra mobile
Le indagini sono condotte dai poliziotti della sezione Omicidi della squadra mobile della questura (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Luigi Vissicchio) che in poco tempo sono riusciti a risalire all’identità dei ‘pistoleri’. Due le ipotesi al vaglio: in primis il controllo degli affari illeciti nella zona dove insistono parecchi studenti in cerca di svago. Non si esclude anche che il movente sia da ricercare negli screzi tra i giovani protagonisti della vicenda per una ragazza contesa che risiederebbe proprio nella zona a ridosso dell’Orientale. Quel che è certo è che durante il raid oltre a Saltalamacchia rimase ferito anche Alessio Bianco (trovatosi per caso sulla traiettoria dei proiettili) mentre tentava la fuga. I sei fermati rispondono tutti di i tentato triplice omicidio, porto e alla detenzione di armi da fuoco, aggravati dalle modalità mafiose.
