A 6 anni di distanza dalla sua scomparsa, Alex Batty viene ritrovato dalle autorità francesi nei pressi dei Pirenei, dove si trovava insieme ad una comunità spirituale con la mamma e il nonno. A riferirlo e a chiudere uno dei casi di cronaca che più aveva suggestionato il Regno Unito, i media britannici.
La storia di Alex Batty
Tutto inizia nel 2017, quando Alex e la sua famiglia erano in Spagna, a Marbella, per una vacanza. Con lui c’erano la mamma Melanie Batty, allora 37enne, e il nonno David Batty, 58enne. Le indagini e le ricerche del minore iniziarono quando dopo due settimane la famiglia non era ancora ritornata. Sulla base di ciò la polizia inglese aprì un’inchiesta sulla scomparsa del bambino.
Anche la nonna materna di Alex, Susan Caruana, all’epoca 62enne, aveva previsto che i due potessero essersi stabiliti da qualche parte per condurre uno stile di vita diverso, così decise di sporgere denuncia. La donna, nonché tutrice legale di Alex, aveva inoltre rivelato che marito e figlia non volevano che andasse a scuola in quanto non credevano nell’insegnamento tradizionale ma volevano che Alex crescesse in una comunità spirituale. Sulla scorta di queste informazioni la polizia aveva considerato una possibile fuga in Marocco, verso Melilla, proprio dove i due volevano che il ragazzino crescesse.
La decisione e poi l’allontanamento
Secondo le prime ricostruzioni, Alex si sarebbe volontariamente allontanato da una comunità spirituale che si era stanziata sui Pirenei, dove, fino ad allora, aveva vissuto. Dopo il racconto alle autorità il ragazzo, ormai 17enne, è stato affidato ai servizi sociali in attesa che i suoi parenti si facciano avanti. Alex ha rivelato di non essere mai stato maltrattato o costretto a condurre quella vita. Nel corso del tempo, però, aveva compreso che quel modo di vivere non facesse per lui. Sulla base di ciò ha deciso di allontanarsi e di avere un colloquio con le autorità che lo hanno poi identificato.
