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giovedì, Marzo 28, 2024
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Scissionisti dei Mallardo a processo, cambia il giudice: rischiano 115 anni di carcere

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Cambia il gip nel processo col rito Abbreviato che vede alla sbarra gli esponenti del gruppo delle Palazzine, che nei mesi scorsi hanno tentato la spallata al clan Mallardo a Giugliano. Il Gip Francesco De Falco Giannone ha dichiarato la propria astensione visto l’incompatibilità che lo colpisce, avendo lui firmato un decreto per un’intercettazione ambientale a carico di Gennaro Catuogno, uno degli imputati. Il presidente del tribunale di Napoli ha nominato come nuovo gip la Dott.ssa Anna Tirone. Il processo è stato rinviato ad inizio maggio.

 

Richiesta di condanna per un totale di 115 anni di carcere e due mesi di reclusione. Questa la requisitoria del pm della DDA Ilaria Sasso del Verme per i 15 imputati, tra cui i presunti promotori della Scissione dal clan Mallardo e fiancheggiatori. Le richieste più pesanti per Gennaro Catuogno o scoiattolo (difeso dagli avvocati Antonio Russo e Antonio Giuliano Russo), Aniello Di Biase (difeso da Leopoldo Perone e Alessandro Caserta), per i quali sono stati chiesti 12 anni di galera. Per gli altri le richieste oscillano tra i 7 e 9 anni: otto anni per Francesco Di Nardo  (difeso da Alfonso Palumbo e Beniamino Mammarella), nove anni per Crescenzo Panico (legali Stefano Zoff e Salvatore Cacciapuoti), otto anni per Nicola Ciccarelli (difeso da Stefano Zoff), otto anni per Salvatore Pugliese  (legale Stefano Zoff), per Silvano Ciccarelli chiesti 7 anni e 6 mesi (legale Stefano Zoff), per Domenico Smarrazzo invocati 9 anni (difeso da Gennaro Amelio), Michele De Simone chiesti 8 anni (difeso da Mario D’Alessandro), per Raffaele De Simone  chiesti 6 anni (difeso da Giovanni Abbate), per Antonio Guarino chiesti 5 anni (difeso da Antonio Gravante), per Giuseppe d’Alterio chiesti 8 anni (difeso da Alessandro Caserta e Celestino Gentile), per Vincenzo Micillo chiesti 6 anni e 8 mesi (difeso da Antonio Peluso e Alessandro Maresca), infine 4 anni ciascuno per le due figlie di Michele De Simone (difese da Giovanni Abbate).

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L’accusa è a vario titolo: 416 bis, ovvero associazione di stampo camorristico ed in alcuni casi anche di armi ed estorsione. Quindi secondo la DDA avrebbero formato un nuovo clan per contrastare il gruppo storico dei Mallardo. Ma il gruppo non si occupava anche di droga ma anche estorsioni, come quelle ai danni di una concessionaria di gelati, un centro diagnostico e una società di nolleggio slot. Solo uno degli imprenditori vittima del racket si è costituito parte civile, mentre il Comune di Giugliano non si è costituito nonostante la giurisprudenza pare concorde sul fatto che prima dell’inizio della requisitoria del pm potesse farlo.

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