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venerdì, Luglio 4, 2025
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Sedato e legato al letto sulla nave, indagini prorogate per il macchinista di Mondragone

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Il gip di Santa Maria Capua Vetere ha disposto ulteriori indagini per chiarire la vicenda di cui fu protagonista un giovane macchinista in servizio a bordo una nave mercantile. La presunta vittima, un 20enne di Mondragone, lo scorso marzo fu prelevato da un’eliambulanza dalla nave sulla quale lavorava e portato in Italia. Il giovane era in un forte stato confusionale e con un grave trauma da schiacciamento alle gambe.

Secondo la denuncia successivamente depositata dai suoi familiari, le lesioni accertate dai sanitari erano frutto di violenze subìte mentre era in servizio sulla nave. In base al racconto, i traumi erano dovuti al contenimento subìto nella cosiddetta “cabina di isolamento” della nave. Il giovane era stato legato al letto con i cavi che si usano per il trasporto delle auto, col rischio di perdere l’uso degli arti. Il 20enne venne ricoverato nel reparto di chirurgia vascolare del Cardarelli di Napoli e poi dimesso. La diagnosi fu “una sindrome compartimentale ad entrambi gli arti inferiori (Crusch Syndrome) con severa compromissione vascolo-nervosa e lesioni da contenimento”. La procura, dopo avere indagato contro ignoti ipotizzando i reati di sequestro di persona e lesioni aggravate, ha chiesto l’archiviazione del procedimento.

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La famiglia, con l’avvocato Sergio Pisani, ha però presentato un’opposizione accolta dal giudice che ha disposto altri sei mesi di accertamenti investigativi. Il legale ha anche chiesto al tribunale la nomina di un consulente per accertare se i traumi subìti siano riconducibili alla violazione dei reati di lesioni personali colpose e di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina.

ARTICOLO PRECEDENTE – Marinaio sedato e legato al letto, viene rimpatriato con le gambe rotte

Un macchinista di una nave mercantile della Grimaldi Lines, è tornato in Italia a bordo di un’eliambulanza. Il ragazzo era in stato confusionale e con un grave trauma da schiacciamento alle gambe dopo – è la denuncia dei familiari – essere stato legato al letto con i cavi che si usano per il trasporto delle auto, col rischio di perdere l’uso degli arti. Si tratta di un ventenne di Mondragone (Caserta), Salvatore, al suo primo impiego sulla nave, attualmente ricoverato al reparto di chirurgia vascolare dell’ospedale Cardarelli di Napoli, dove è arrivato il 24 marzo scorso.

Dopo la denuncia ai carabinieri da parte della famiglia, assistita dall’avvocato Sergio Pisani, la Procura indaga per accertare cosa sia effettivamente accaduto. Il giovane risiede a Mondragone con una zia e uno zio. All’inizio, racconta la zia nella denuncia, il contatto telefonico è stato costante. A partire dal 13 marzo i contatti si interrompono. Martedì 14 marzo la zia Lucia viene contattata dal comandante della nave, che le riferisce che il ragazzo è in stato confusionale, agitato e violento, e che per questo era stato chiuso nella cabina sorvegliato da due persone, ma che era comunque stato visitato da una dottoressa della base militare di Misurata, in Libia, che gli aveva prescritto tranquillanti e psicofarmaci.

Il racconto della zia di Salvatore: “Mio nipote legato con le rizze”

Il 15 marzo, racconta la zia, il comandante le dice che Salvatore è peggiorato e non riconosce più nessuno a bordo. La dottoressa intanto contatta la zia del 20enne, e le dice che il ragazzo può essere rimpatriato. Ma il primo tentativo salta per questioni di passaporti. Intanto la zia presenta denuncia ai carabinieri e il 24 marzo viene rimpatriato con un’eliambulanza decollata da Tripoli e atterrata a Capodichino. Ieri, la donna ha presentato un’integrazione di denuncia asserendo che il nipote sarebbe stato legato al letto della cabina con delle rizze. Ovvero i cavi che servono per trattenere le auto durante il trasporto.

Il gruppo Grimaldi, dopo la denuncia dei famigliari del macchinista, nelle scorse ore ha rilasciato un comunicato. All’interno di quest’ultimo, la compagnia ha espresso la propria vicinanza al 20enne, ribadendo però di aver assicurato al lavoratore tutte le cure necessarie. “Mentre la Grande Texas era in sosta nel porto di Misurata (Libia), tra l’11 e il 24 marzo scorso, il marittimo ha manifestato segni di malessere psicofisico. Per i quali è stato prontamente assistito dal resto dell’equipaggio e dal personale medico militare di stanza in Libia. Tale assistenza sanitaria è stata garantita durante tutta la permanenza della nave Grande Texas nel porto libico, mentre i familiari del marittimo sono stati costantemente aggiornati sulle sue condizioni di salute” ha fatto sapere la compagnia di navigazione.

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