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mercoledì, Aprile 24, 2024
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“Si mise contro tutta Secondigliano”, la guerra contro il genero del boss

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Mariano Riccio ce l’aveva con i Lo Russo, anzi li considerava traditori: un odio nato quando il genero di Cesare Pagano si era trovato contro le famiglie di Secondigliano e non aveva ricevuto, a suo dire, alcun appoggio da Miano nonostante il patto d’acciaio esistente da sempre tra i due gruppi. Il particolare è contenuto nell’ordinanza di custodia cautelare che lo scorso anno decapitó gli Amato-Pagano. A raccontarlo ai magistrati è stato Antonio Accurso, ex reggente della Vanella Grassi, tra i gruppi più attivi nello scacciare da Secondigliano gli ‘invasori’.

«Con gli Amato-Pagano l’idea era di continuare ad avere noi l’esclusiva della cocaina su Secondigliano. Devo dire che Mariano era in attrito con i Lo Russo che non lo avevano appoggiato nella guerra contro le cinque famiglie, in virtù del patto di alleanza chiuso sin dal 2004 con i capi fondatori del clan, Raffaele Amato e Carmine Pagano. Chiuso questo accordo, noi Vanella riprendemmo a comprare la cocaina dal Riccio a 39 mila euro al chilo, ne abbiamo acquistata tra maggio/giugno 2013 e ottobre 2013 circa 100 chili di cocaina, dopo il pentimento di Pacciarelli il Riccio si è riservato: situazione aggravata dai pentimenti successivi di Guarino e Tekendò»

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