Confisca milionaria e condanna a Napoli per il boss Patrizio Bosti, ritenuto a capo del clan Contini, componente di rango della cosiddetta Alleanza di Secondigliano: il gup Federica Villano gli ha inflitto 14 anni di reclusione, come al figlio Ettore. Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di associazione a delinquere di tipo mafioso.
Al processo che si è concluso oggi erano imputati anche la figlia, Flora Bosti, condannata a sei anni di reclusione. Flora rispondeva di partecipazione all’autoriciclaggio per l’associazione a delinquere di tipo mafioso guidata dal padre, accusa che è stata riqualificata in ricettazione aggravata. La donna è stata assolta dall’accusa di minacce nei confronti del marito.
Due anni e otto mesi invece per Luca Esposito, marito di Flora Bosti (difeso dagli avvocati Nicola Pomponio e Fabio Segreti): Esposito è stato assolto dall’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso ed è stata esclusa l’aggravante mafiosa per l’accusa di autoriciclaggio. In sostanza è stato condannato per autoriciclaggio non aggravato.
Entro 90 giorni saranno depositate le motivazioni. Flora Bosti era difesa dagli avvocati Domenico Dello Iacono ed Elisabetta Valentino.
La Dda (con la pm Alessandra Converso) lo scorso 3 luglio aveva chiesto al giudice 15 anni di reclusione per il boss Patrizio Bosti, 12 anni per il figlio Ettore, 13 per la figlia Flora e 12 anni per Luca Esposito, oltre alla confisca – accordata oggi – di un patrimonio plurimilionario del valore di alcune decine di milioni, composto da auto, società, 4 milioni di euro in contanti e una lunghissima serie di orologi di lusso (tra cui un Patek Philippe da 370mila euro) e gioielli, come una collana con diamante da 120mila euro, per complessivi 16 milioni di euro.
Contanti, orologi e gioielli vennero trovati e sequestrati in un caveau scoperto nell’abitazione di Luca Esposito.
