Da anni tra i quartieri di Napoli si sfidano due grandi cartelli camorristici, storicamente nemici, che dominano il territorio e il Sistema: l’Alleanza di Secondigliano, composta dalle famiglie Mallardo, Contini-Bosti e Licciardi, si contrappone ai Mazzarella.
Queste organizzazioni negli ultimi anni, però, stanno adottando una strategia più subdole risultando così meno visibili e palpabili, quindi ancor più pericolose e insidiose. In particolare i loro interessi sembrano prioritarmente orientati all’infiltrazione nei settore dell’economia legale e nell’ottenere finanziamenti pubblici, raggiungendo una sorta di oligopolio economico, e al contempo, una legittimazione sociale.
Una camorra su tre livelli
Proprio il loro volto subdole a rendere la presenza dei cartelli criminali ancora più allarmanti poichè sono capaci non solo di controllare ampie aree territoriali e settori economici, secondo un consolidato sistema camorristico. Senza dimenticare che le organizzazioni criminali riescono ad imporre una subcultura criminale dove il degrado sociale è più diffuso e consente loro di elevarsi a referenti alternativi per la sicurezza della società.
Nella sfera d’influenza dei due grandi cartelli orbita una galassia di clan più piccoli e meno evoluti. Sono autonomi nella loro zona , però, hanno una maggior impatto sulla percezione della sicurezza cittadina proprio per il loro esercitare il controllo del territorio. Infine a livello più basso si aggiungono gruppi criminali che si occupano di spaccio di droga, rapine, piccole estorsioni, che si scontrano per piccole parti di territorio con modalità violente e sempre in stato di conflitto.
Nell’indagine contro la Paranza dei Quartieri Spagnoli sarebbe emersa un cambio di rapporti tra l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella: “Cointeressenze tra le due compagine camorristiche che negli ultimi anni avrebbero prevalso agli storici antagonismi seppur nei rispettivi ambiti di autonomia, facendo ritenete uno stato di pax mafiosa tra le due compagini criminali“. Il dettaglio emergere dall’ultima relazione semestrale pubblicata dalla Direzione Investigativa Antimafia.