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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Tamponi truffa a Napoli: pizzaiolo risulta negativo ma va al lavoro col Covid

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Credendo di essere «negativo» al Sars-Cov-2 si è recato al lavorare in pizzeria trasformandosi in un possibile veicolo di contagio: è emerso anche questo dall’inchiesta del Nas e della Procura di Napoli sulla truffa dei falsi tamponi naso-faringei illecitamente pubblicizzati sul web e praticati a domicilio, senza alcuna autorizzazione di carattere amministrativo e sanitario, quindi senza offrire la garanzia di un esatto risultato delle analisi.

Secondo gli inquirenti l’esito inesatto degli tamponi avrebbe favorito la diffusione del coronavirus. Sebbene per ora è ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Ma non si esclude che presto a questo reato si possa aggiungere anche quello di epidemia dolosa.

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Il pizzaiolo per tenersi sotto controllo si era sottoposto al tampone proprio presso l’organizzazione «illecita» individuata dagli investigatori del Nas. L’uomo, che era risultato negativo alle analisi, si è recato regolarmente al lavoro per poi scoprire che invece era stato contagiato dal virus Sars-Cov-2 e ieri il Nas si è recato nella pizzeria per eseguire una serie di controlli.
Intanto oggi è partita l’analisi del materiale sequestrato (documentazione, fascicoli, apparecchiature sanitarie, computer e telefoni cellulari), durante le perquisizioni. Complessivamente ieri i carabinieri del Nas hanno eseguito 17 decreti mentre sono al momento 12 le persone fisiche indagate anche se l’inchiesta potrebbe presto coinvolgere più soggetti.
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Avevano messo su una organizzazione in grado di emettere tamponi truffa, illegali. Migliaia di test a pagamento, in assenza di requisiti di legge (senza una convenzione con la regione Campania). Ma anche lontano dagli standard scientifici richiesti (in alcuni casi forse usati macchinari per rilevare virus animali.

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