Spese e soldi per comprare il voto. L’inchiesta sul voto di scambio durante le ultime elezioni amministrative di Torre del Greco potrebbe allargarsi a macchia d’olio verso altri consiglieri oltre a quelli già informati dalla magistratura. Le articolate indagini hanno portato a ricostruire un sistema complesso nella sua semplicità per portare a compimento la compravendita di voti. Non solo
Il metodo utilizzato è praticamente quello che anche la serie Gomorra ha raccontato nella seconda stagione della fiction. Il trucco denominato “della scheda ballerina” avrebbe fruttato diversi voti agli indagati che ricambiavano la preferenza ottenuta con soldi o “spese di carne”, così come riportato dall’edizione odierna de Il Mattino. Agli elettori “corrotti” veniva data una scheda già votata che sostituivano all’interno della cabina con quella consegnatagli dal presidente di seggio oppure sarebbe stato chiesto di fotografare il voto come prova. Dai 20 agli 80 euro per un voto, ma anche pacchi alimentari dell’Unicef con beni non commerciabili, sicuramente sottratti a persone che ne avrebbero avuto diritto gratuitamente. Un’inchiesta che potrebbe allargarsi a macchia d’olio ad altri consiglieri.

