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sabato, Aprile 20, 2024
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Rubano 400mila euro con la truffa del bancomat, 5 arresti contro la banda a Napoli

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Rubano 400mila euro con la truffa del bancomat, 4 arresti contro la banda a Napoli. I Carabinieri della Compagnia Bologna Centro e della Stazione Bologna San Ruffillo hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere. I fermati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, alla truffa, al possesso e alla fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Nonché misure patrimoniali, come conseguenza dei reati di riciclaggio e indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento.

Provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bologna, Dott.ssa Rossana Oggioni, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Bologna. La dottoressa Manuela Cavallo ha coordinato le indagini dei militari per risalire a un’organizzazione criminale che agiva in varie regioni d’Italia.

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IL TELEFONISTA DELLA BANDA DEL BANCOMAT

L’attività investigativa partì nel  marzo 2019, quando un anziano bolognese si era rivolto ai Carabinieri della Stazione Bologna San Ruffillo per denunciare dei prelievi fraudolenti. Il suo conto corrente “alleggerito” di 6.500 euro. In particolare la vittima riferiva che la sera precedente al prelievo, una donna, qualificandosi per una dipendente della sua banca (ruolo criminale: “TELEFONISTA”), lo aveva chiamato telefonicamente per informarlo che si erano verificati dei problemi di spedizione della nuova tessera bancomat che l’anziano aspettava di ricevere.

IL PIN E IL MESSAGGIO SMS PER IL BANCOMAT

Durante la conversazione telefonica, la donna induceva la vittima, attraverso varie scuse, a digitare sulla tastiera del telefonino il “codice PIN” della carta, in arrivo. Da considerare che il numero segreto gli era stato comunicato a parte qualche giorno prima con un messaggio SMS.

L’istituto di credito preso di mira dall’organizzazione criminale, infatti, utilizza questo metodo per aumentare la sicurezza delle nuove tessere bancomat, recapitandole ai clienti senza i codici segreti i quali, invece, sono trasmessi separatamente con messaggi SMS. Una volta che il correntista viene in possesso dei due elementi, bancomat e PIN, può attivare la nuova carta da uno sportello qualsiasi dell’istituto di credito in questione.

IL CORRIERE DELLA BANDA

E’ per questo motivo che entra in scena la figura criminale del “CORRIERE DI PROVINCIA” ovvero di un membro della banda che, venuto in possesso del bancomat e del codice PIN carpito dalla telefonista, si reca nella provincia di residenza della vittima per prosciugarle il conto e svanire nel nulla.

Attraverso questa tecnica, i Carabinieri della Stazione Bologna San Ruffillo hanno scoperto che tra marzo 2019 e aprile 2020, l’organizzazione criminale era riuscita a portare a segno 90 episodi criminali per un valore totale di circa 400.000 euro, in diverse regioni d’Italia: Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Campania e Lazio. Nella trappola dei malviventi dei bancomat erano finiti anche il parroco di un comune del bolognese e un musicista del gruppo de Lo Stato Sociale.

LE INDAGINI SUI FURTI AL BANCOMAT

Nel corso delle indagini, i militari hanno scoperto che le buste di posta ordinaria spedite dall’istituto di credito a favore dei suoi clienti venivano sottratte da soggetti ignoti nei compartimenti postali di Bologna, Padova e Peschiera Borromeo (MI) e trasmesse alla solita telefonista. Questa, dopo aver carpito i codici PIN, le consegnava ai vari corrieri di provincia. Uomini incaricati di avviare la procedura di “alleggerimento bancario” ai danni dei correntisti colpiti dal clan.

LA BANDA DEL BANCOMAT: IL CAPO E IL BRACCIO DESTRO

Un 54enne e suo cognato 39enne, rispettivamente “CAPO” e “BRACCIO DESTRO”, sorvegliavano le operazioni criminali vivendo nel lusso. Seduti a tavoli di ristoranti stellati che raggiungevano a bordo di super car prese a noleggio. L’organizzazione criminale non amava la tecnologia. Le operazioni illegali venivano monitorate dai vertici e commesse dai vari membri utilizzando dei telefonini di vecchia generazione. Tutti intestati a utenti inesistenti perché registrati mediante l’esibizione di documenti falsi.

ARRESTATI TRUFFATORI DEL BANCOMAT

L’attività si è conclusa con l’arresto di 5 campani (tra i 38 e i 54 anni) e il deferimento a piede libero di ulteriori 6 persone e l’emissione di sequestro preventivo per equivalente a carico di otto indagati. Il bottino frutto dei delitti contestati pari a 400mila euro circa. Tra gli indagati anche 2 fruitori di “Reddito di Cittadinanza”. Altre 3 persone tra i conviventi degli stessi indagati risultano percepire il beneficio (tra i 474 e i 1050 €).

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