Un piacere da ricambiare. Un dono di nozze. Possono essere queste le due possibili interpretazioni sull’omicidio di Francesco Russo ‘o dobermann, del figlio Ciro e di Vincenzo Moscatelli. A raccontare i retroscena di quela macabra esecuzione e di quella di due giovani a Mugnano è stato il pentito Biagio Esposito come riportato dal Roma:
«In un precedente interrogatorio ho già reso dichiarazioni in merito alla scomparsa dei tre affiliati al clan Lo Russo tra i quali Doberman e il figlio nonché a quella precedente dei due ragazzi di Mugnano. In merito al movente posso riferire quanto segue. Per quanto riguarda gli omicidi di Doberman del figlio e di una terza persona il cui nome non conosco trattasi di un favore che noi facemmo ai Lo Russo. In particolare fu Cesare Pagano che un paio di ore prima, in presenza di Oreste Sparano, Mirko Romano e Carmine Amato, a dirci che doveva fare un favore ai Lo Russo, e in particolare ad Antonio, figlio di Salvatore. Non aggiunse altro. Per quanto riguarda invece i due ragazzi di Mugnano si verificò il contrario. Nel senso che furono i Lo Russo a fare un favore a noi in quanto, benché i nostri affiliati, ci creavano continui problemi in zona perché ingiustificatamente arroganti e violenti tanto che poco prima avevano picchiato un ragazzo di Mugnano, mandandolo in coma». I due ragazzi di Mugnano a cui fa riferimento il pentito sono Massimo Frascogna detto “Massimino o’ niro”, e Lazzaro Ruggiero “o’ Caccone” . I due prima furono uccisi e poi i loro corpi sciolti nell’acido per un patto criminale tra gli Amato- Pagano e i Lo Russo di Miano. Il boss Cesare Pagano aveva fatto da padrino di nozze di Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore e per questo duplice omicidio a processo sono finiti Cesare Pagano, il boss 47enne soprannominato “Cesarino” uno dei capi storici degli Scissionisti di Secondigliano; Rito Calzone, 62enne; Mario Dell’Aquila, 38enne; Giuseppe Gallo, ras di Torre Annunziata, Oscar Pecorelli e Raffaele Perfetto ‘muss e scign’.
