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sabato, Aprile 20, 2024
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Ucciso per un posto auto a Torre Annunziata, il killer non era solo: Maurizio aggredito dal branco

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E’ caccia al branco che ha massacrato Maurizio Cerrato per un parcheggio banale a Torre Annunziata. L’uomo, 61 anni, è stato ammazzato da almeno 4-5 persone, a colpi di compressore portatile e coltello. Questa la ricostruzione di quanto accaduto, nell’area di sosta privata di via IV Novembre. I militari hanno acquisito le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti sul posto. Gli inquirenti hanno rinvenuto al momento il solo compressore, mentre non è stata ancora recuperata l’arma da taglio. Uno sarebbe l’esecutore materiale ma ad agire sarebbero stati 4 o 5 persone. Tutte sono ricercate.

“A mio padre è stato fatto un agguato, voleva solo difendermi – scrive su Facebook la figlia 20enne- Ci tengo a precisare che non è corretto dire che mio padre è morto in una lite. A mio padre è stato fatto un agguato in piena regola, solo per difendere me, che ero la luce dei suoi occhi. Mio padre è stato pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare”. Stando a quanto dichiarato dalla giovane al pm Giuliana Moccia della procura di Torre Annunziata, la vicenda si dipana in due momenti. Il primo avrebbe interessato l’auto della ragazza, parcheggiata in un posto che qualcuno si era preoccupato di tenere riservato per sé, con una sedia. Sedia che 20enne invece avrebbe spostato per la sosta della sua vettura. Per questo gesto sarebbe stata punita con una ruota squarciata. A questo punto, sarebbe giunto il padre, per cambiare lo pneumatico.

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L’uomo sarebbe stato affrontato da una persona, quindi circondato da altri che lo hanno colpito selvaggiamente, con il gonfiatore e con il coltello. La figlia avrebbe poi trasportare il padre al pronto soccorso dell’ospedale di Castellammare di Stabia, dove però è arrivato già privo di vita. La vittima, un incensurato, lavorava come custode presso gli Scavi archeologici di Pompei. In queste ore le forze dell’ordine stanno provando a stringere il cerchio intorno ai responsabili.
In queste ore i carabinieri, guidati dal maggiore Simone Rinaldi, stanno convocando in caserma tutti i familiari del presunto assassino, per provare a chiudere il cerchio. Il fuggitivo avrebbe le ore contate.

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