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domenica, Maggio 5, 2024
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Vaiolo scimmie, aumentano i casi in Italia: ora sono 714, +52 in una settimana

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L’aggiornamento dei casi confermati in Italia di vaiolo delle scimmie arriva a 714, 52 in più in una settimana. Lo rileva l’ultimo bollettino del ministero della Salute. Di questi, 190 sono i contagiati collegati a viaggi all’estero. L’età media è di 37 anni (con un range da 14 a 71 anni) e si conferma la netta preponderanza del sesso maschile: 704 i contagiati uomini, 10 le donne. La regione con più casi è la Lombardia (308), seguita da Lazio (128), Emilia Romagna (73) e Veneto (48). Ferme a zero casi Calabria, Basilicata, Molise, Umbria e Valle d’Aosta.

Il caso del carabiniere al vaglio

Intanto potrebbe essere la prima vittima italiana un luogotenente dei carabinieri, Germano Mancini, in servizio al comando della stazione dei carabinieri di Scorzè e morto a Cuba. Era in vacanza da pochi giorni quando si è sentito male ed è peggiorato fino a perdere la vita. Il comandante è morto domenica e le strutture sanitarie cubane hanno eseguito i test e hanno segnalato il contagio da vaiolo delle scimmie (sarebbe il primo sull’isola). Le nostre autorità non hanno confermato che quello registrato a Cuba sia stato effettivamente un caso di vaiolo delle scimmie. Per ora si parla di un decesso generato da un virus improvviso.

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Incubazione e come si trasmette

Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni.

Esistono tre modi in cui è possibile essere esposti a quantità sufficienti di virus per essere infettati (ne abbiamo parlato in dettaglio QUI ): contatto diretto pelle a pelle con le lesioni causate dal virus, contatto con oggetti contaminati e stretto contatto con le secrezioni respiratorie come la saliva di una persona con lesioni in bocca o in gola.

Le prove epidemiologiche dicono che l’attuale epidemia di vaiolo delle scimmie è guidata dal contatto diretto pelle-pelle, in particolare, lo stretto contatto intimo tra i partner sessuali. Ciò che è meno chiaro è se l’urina, le feci, il sangue, lo sperma o i fluidi vaginali possono diffondere il virus, la misura in cui le persone senza sintomi possono infettare gli altri e il ruolo delle particelle respiratorie inalate nella trasmissione.

Attualmente il virus si sta diffondendo principalmente tra uomini che fanno sesso con gli uomini, ma soprattutto tra uomini che hanno più partner sessuali, sebbene il vaiolo delle scimmie non sia classificata come malattia a trasmissione sessuale.

Asintomatici e superfici infettanti

Due studi recenti si sono soffermati anche su due possibilità rare, ma che possono aiutare a far chiarezza sulle peculiarità di trasmissione del virus: la presenza di asintomatici, che renderebbe più complesso arginare la catena di contagi, e la trasmissione per contatto a un evento affollato senza rapporti sessuali

Un recente studio dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani e dal dipartimento della salute dello Utah (UDHHS) ha confermato la presenza di virus sulle superfici dell’ambiente. I ricercatori hanno identificato 21 superfici, sia porose (come tessuti) sia non porose (come maniglie) positive al virus in casa di due pazienti contagiati con il vaiolo delle scimmie, nonostante le misure di igiene che avevano messo in atto. Non si sa se il virus sulle superfici fosse in grado di infettare a sua volta perché il team ha cercato di replicare il virus in laboratorio senza riuscirci.

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