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lunedì, Giugno 17, 2024
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DROGA E PROSTITUZIONE, 5 ARRESTI E 5 DENUNCE

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Maxioperazione della polizia sul litorale domitio




GIUGLIANO – Maxi operazione della polizia contro il racket della prostituzione. Oltre un centinaio di agenti, supportati dagli elicotteri, hanno ieri passato al setaccio un’ampia area del litorale domitio. Cinque le denuncie per sfruttamento della prostituzione, venti le donne identificate, cinque gli arresti per droga.

Gli agenti del commissariato di polizia di Giugliano, coordinati dal vicequestore Alberto Francini, sono entrati in azione alle prime luci dell’alba. Perquisite numerosi casolari abbandonati, da tempo divenuti nascondigli delle organizzazioni criminali slave che controllano il giro di prostituzione della fascia costiera. L’operazione, diretta personalmente dal Questore Franco Malvano, ha portato al sequestro di una villa ed un albergo a ridosso del litorale. Erano le case d’appuntamento utilizzate per i clienti più “in”. Sequestrate anche alcune decine di auto e un centinaio di dosi di eroina e cocaina. Le manette sono scattate per cinque slavi: tutti accusati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per sfruttamento della prostituzione sono stati invece denunciati in cinque, due dei quali italiani.

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Fondamentale per le indagini è stato il racconto di alcune ragazze ucraine. Dalle testimonianze è emerso un quadro drammatico : l’organizzazione “importava” dall’Albania e da altri Paesi dell’Est giovani donne che venivano buttate sulla strada con la forza. Gli emissari dei clan arrivavano in auto nei villaggi sperduti, tra miseria e fame. Adocchiavano ragazzine in strada, le caricavano a forza sui sedili posteriori e sgommavano via. In Italia erano poi costrette a prostituirsi. Quelle che tentavano di opporsi venivano tenute prigioniere e ogni giorno violentate e picchiate in modo selvaggio. Venti di loro, tutte senza permesso di soggiorno e identificate nel corso dell’operazione, sono state condotte nei centri di accoglienza.

L’indagine non è conclusa. Gli investigatori sono sulle tracce dei capo-clan slavi che gestirebbero il “giro” in prima persona.

Lungo il litorale domitio, tra Napoli e Caserta, le organizzazioni di immigrati agiscono con l’assenso della “mala” locale, alla quale pagano una percentuale sui guadagni. Gruppi spesso raccogliticci, che si fanno e si disfano. Crollato il monopolio della “camorra giuglianese”, sottolineano gli inquirenti, si è ricostruita una nuova spartizione del territorio per bande, o per etnie.

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