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martedì, Aprile 23, 2024
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Meldolesi presenta il “Federalismo Democratico”

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Il professor Luca Meldolesi torna nel Giuglianese e scuote la classe dirigente locale nel corso di un convegno organizzato all’Ali di Villaricca per presentare il suo nuovo libro: «Federalismo democratico. Per un dialogo tra uguali». Non si tratta del federalismo fiscale voluto e attuato dalla Lega che non ha prodotto sviluppo come promesso dai governi che l’hanno sostenuto, ma di un nuovo modello amministrativo moderno e sostenibile. «Il vero federalismo si applica quando lo Stato fa un passo indietro e cede il posto agli enti locali i quali però agiscono con responsabilità e maggiore oculatezza producendo risultati visibili e nell’esclusivo interesse della popolazione» spiegano gli ospiti intervenuti al dibattito, al quale hanno preso parte, oltre al professor Meldolesi, Caterina Farao coordinatrice nazionale dell’associazione Effedì, Mita Marra presidente dell’associazione Eugenio Colorni, l’economista Tommaso Di Nardo, il sindaco di Villaricca Franco Gaudieri e il consigliere regionale del Pd Raffaele Topo.
Non è più possibile continuare ad amministrare all’italiana. Come si è visto negli ultimi decenni, il distacco tra i cittadini e la politica si è acuito e la burocrazia continua a rappresentare un freno per lo sviluppo. Il concetto di amministratore che agisce seguendo esclusivamente la norma e non i risultati prodotti è lontano dagli interessi del territorio. Caterina Farao di Effedì ha portato la testimonianza del cosiddetto modello del “Federalismo Democratico” applicato in provincia di Pavia. Un’esperienza positiva che ha prodotto ottimi risultati: «Siamo riusciti a ridurre il gap tra rendimento reale e rendimento nominale della pubblica amministrazione». «Si tratta di una strategia scientifica che sposta il concetto di controllo non più assoggettato alla norma, ma bensì al rendimento che un’azione amministrativa produce – ha spiegato l’economista Tommaso Di Nardo – così come avviene in un’impresa privata, dove la pianta organica non è più vista come un’insieme di uffici autonomi, composti da persone che rispondono esclusivamente al superiore più prossimo, ma un team o un insieme di gruppi di lavoro che collaborano efficacemente e che, anzi, – ha aggiunto Di Nardo – raggiungono un altissimo livello di condivisione dei dati e delle informazioni in possesso (Open Data)». Il concetto di controllo diventa “Accountability”, che si basa sulla concezione che gli individui siano responsabili delle loro azioni all’interno del sistema. Non basta quindi che l’individuo abbia rispettato la norma, ma è necessario che le azioni abbiano prodotto risultati evidenti. Tutto ciò deve essere correlato da un ottimo livello di trasparenza, cosa che oggi, nella pubblica amministrazione stenta ad emergere. Secondo Meldolesi gli enti pubblici dovrebbero diventare degli edifici di cristallo dove anche i cittadini possono verificare, controllare e valutare. L’esperienza della dottoressa Farao ha dimostrato che il Federalismo Democratico funziona e soprattutto non sono necessari nuovi investimenti: «Si può attuare con le risorse esistenti semplicemente aumentando il rendimento della pianta organica». L’aspetto importante dell’Accountability è stato sottolineato anche dalla dottoressa Marra dell’associazione Colorni, il cui scopo è proprio quello di supportare gli enti della pubblica amministrazione e del settore privato nelle strategie economiche che possono migliorare il rendimento e ridurre gli sprechi. «Sarebbe bello – ha aggiunto Meldolesi – se anche in un territorio difficile come quello a nord di Napoli si potesse attuare con successo il modello del Federalismo Democratico: potrebbe diventare contagioso». Il professore ha ribadito la propria disponibilità e quella dei gruppi di lavoro e delle associazioni che fanno parte della rete (come Effedì e Colorni) a prestare anche gratuitamente il proprio supporto agli enti locali (Comuni e Provincia) nell’attuazione del Federalismo Democratico: «Negli enti locali – ha poi concluso Meldolesi – oltre agli amministrativisti, ai giuristi e ai politici occorre necessariamente anche la figura dell’economista»

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