26.3 C
Napoli
mercoledì, Giugno 26, 2024
PUBBLICITÀ

LE TARIFFE DELLA CAMORRA: 20MILA EURO AI KILLER
Ecco i compensi della famiglia Di Lauro

PUBBLICITÀ


NAPOLI. Tra le «vedette» del clan Di Lauro, «governanti» del quartiere di Secondigliano, c’era anche un poliziotto. A lui era stato assegnato un compito preciso: segnalare «movimenti sospetti» nel quartiere per evitare i controlli, ma soprattutto per sfuggire ai killer dei gruppi nemici. All’interno dell’organizzazione, strutturata come una vera e propria azienda del crimine, sono ben definiti ruoli, gerarchie e compensi. Dal provvedimento di fermo della procura e dalle informative degli investigatori, emergono l’organigramma della cosca e una sorta di tariffario ricavato, dalle conversazioni intercettate e dalle confessioni dei «pentiti». Si scopre così che per trasmettere gli ordini il boss Ciruzzo ’o milionario e il figlio Cosimo, che ieri ha festeggiato il suo primo compleanno da latitante, hanno nominato addirittura un portavoce.


Giovanni Cortese, 24 anni, detto ’o cavallaro : è lui il corriere dei messaggi di morte da trasmettere agli affiliati. La «famiglia» prende le decisioni, i gregari ubbidiscono. Sanno che i guadagni saranno adeguati. Le «sentinelle» prendono tra i 500 e i 1.000 euro a settimana. Una è fissa sotto la dimora del capo, le altre girano per il rione. Molto più alte sono le somme per i capozona, gli uomini che gestiscono il traffico della droga, il racket delle estorsioni, le altre attività illecite: le cifre oscillano tra i 5.000 e i 10.000 euro a settimana. Chi accetta di entrare nei «gruppi di fuoco» viene pagato «a lavoro». Un omicidio è ricompensato dai 10.000 ai 20.000 euro. I killer vengono scelti tra i «fedelissimi» del clan. Possono contare sull’appoggio dei capi e sui gregari «incaricati – come scrive il pubblico ministero – di provvedere ad ogni loro esigenza». Prima del blitz ne sono stati individuati dieci, ma alcuni sono riusciti a sfuggire alla cattura.


E’ latitante Ugo Di Lucia, 26 anni, ritenuto l’assassino di Gelsomina Verde e di molti altri scissionisti, definito dai suoi stessi complici «un tipo molto violento, spietato». Il 5 novembre, in un colloquio intercettato, afferma: «Adesso dico, siamo solo noi…teniamoci nei dintorni: cinque in una casa, cinque in un’altra, cinque in un’altra e ci mandate a chiamare solo quando dobbiamo scendere per sfondargli il cervello». Mentre i killer degli scissionisti avrebbero trovato rifugio nella zona di Castel Volturno, gli investigatori ritengono che quelli dei Di Lauro siano rimasti tra Secondigliano e Scampia, nei meandri di quei palazzoni della zona nord della città. Sfuggiti ai controlli come avrebbe fatto lo stesso boss Paolo Di Lauro, ricercato da due anni, che potrebbe essere tornato a Napoli un mese fa, proprio per gestire la faida.


E’ l’11 novembre scorso, lo scontro ha già provocato molti morti. Alfredo Cicala, l’ex sindaco democristiano di Melito arrestato durante il blitz di tre giorni fa, va a trovare in carcere Stefano Maisto, uno degli affiliati. Parla del capo degli scissionisti Raffaele Amato e dice: «’O Lello è sceso dalla Spagna, sta qua. Quello che Ciruzzo mandò…che se ne era fuggito…sta qua, è venuto. Pure Ciruzzo sta qua…Ciruzzo a Secondigliano».


A Luigi Petrone, 30 anni, la «famiglia» ha assegnato il ruolo di «erogatore degli stipendi». Tra i suoi compiti c’è anche quello di distribuire le «mesate» ai familiari di chi sta in carcere o è latitante. Ma non solo. Il 29 settembre scorso parla con un affiliato e dice: «La cosa più facile da uccidere sono i compagni: te li metti in macchina e te li porti».


Fiorenza Sarzanini – IL CORRIERE DELLA SERA 9 DICEMBRE 2004

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Trovano 158 milioni di lire in cantina ma il sogno diventa un incubo

Alzi la mano chi non ha mai sognato di ricevere una eredità inaspettata. Un sogno per tutti, tra chi vorrebbe mollare...

Nella stessa categoria

PUBBLICITÀ