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giovedì, Aprile 25, 2024
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Marano. Passa il Piano decennale di riequilibrio dei conti pubblici

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Passa il Piano decennale di riequilibrio dei conti pubblici del Comune di Marano. Il provvedimento, varato in extremis, allo scadere del tempo massimo, dopo mesi di lavoro da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Angelo Liccardo e dall’assessore al Bilancio Paolo Longoni, coadiuvato dall’Ufficio Ragioneria dell’Ente di Corso Umberto I, dovrebbe evitare il crack finanziario. Per la maggioranza che ha difeso il provvedimento, elogiando la determinazione e il ‘coraggio’ di varare un piano che ha la valenza di un’opera pubblica, si tratta di un grande risultato che scongiura il dissesto che sembrava ormai conclamato, vista la mole di debiti che attanaglia il Comune da oltre dieci anni. Per l’opposizione invece, la strada intrapresa dall’amministrazione comunale è completamente errata poiché condannerebbe la città a 10 anni di “lacrime e sangue”. Rinviata alla prossima assise la decisione di esternalizzare la riscossione dei canoni idrici. L’opposizione ha chiesto più tempo per elaborare una proposta alternativa, poiché affidando il servizio ad una ditta privata, sarebbero i contribuenti a farsi carico degli oneri necessari per pagare la percentuale sulle somme riscosse a titolo di compenso per il servizio prestato. Bertini ha sottolineato che l’argomento è di “portata sociale rilevante”. Ma l’obiettivo dell’amministrazione è quello di far pagare tutti, visto che ad oggi, a pagare i canoni idrici è solo il 30% dei contribuenti. Le risorse dell’Ente, tra cui i dipendenti addetti e gli strumenti a disposizione, non sarebbero adeguati, da qui l’esigenza di esternalizzare il servizio. Il provvedimento rientra comunque nel piano di riequilibrio ed è molto probabile, che il rinvio servirà solo a ritardare di qualche settimana l’approvazione.

L’assessore Paolo Longoni ha illustrato il piano, partendo dalla grave situazione debitoria dell’Ente, causata da oltre un decennio di cattiva gestione, ma anche dai sempre minori trasferimenti delle entrate e da scelte che, nel tempo, si sono rilevate fatali per il disavanzo, stimato, fino a pochi mesi fa in 16 milioni di euro, lievitati, con l’approvazione di nuovi debiti fuori bilancio e da un prelievo di oltre 3 milioni dal fondo vincolato per la spesa corrente, a 23.661.479,59 euro.
L’Ente ha una capacità di riscossione paria al 54%, insufficiente per far fronte alle esigenze: «puntiamo a raggiungere il 73% della media nazionale – ha detto Longoni – ma non sarà facile». Il Piano di riequilibrio sarà spalmato il 10 anni (compreso il 2014) e soggetto a ripetuti controlli da parte degli organi preposti, tra cui il Ministero degli Interni e la Corte dei Conti. Una sfida non facile da vincere visti i precedenti. Liccardo dovrà dimostrare che il Comune di Marano è pronto ad invertire la rotta. Longoni ha sottolineato che segnali positivi già ci sono, come la spesa del personale contenuta, la riduzione del peso finanziario sui mutui, la riduzione della spesa sul fronte dei servizi e il sempre minore ricorso alle anticipazioni da parte della Tesoreria comunale. Tra le principali sfide da vincere c’è quella sul fronte della riscossione dei tributi: «Servono competenze di alto livello. Una società che opera con incentivi legati alla capacità di riscossione. I soldi – ha poi precisato – dovranno rimanere nelle mani dell’Ente».

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L’opposizione si è espressa in modo molto critico. Bertini ha evidenziato che la delibera è stata presentata senza gli allegati necessari, situazione che non ha dato l’opportunità ai consiglieri comunali di fare le dovute valutazioni. Situazione contestata anche dai revisori dei conti nella relazione tecnica. Sulla vicenda si è aperta una discussione. Si trattava di un faldone voluminoso di oltre mille pagine: «Impossibile fotocopiarle tutte» ha fatto sapere la Presidente Di Guida. Ma oltre a Bertini, anche Coppola e Palladino hanno espresso una serie di dubbi sull’impianto della delibera. Sotto accusa ci sono il 35milioni di euro di “crediti di dubbia esigibilità” che Liccardo e Longoni hanno deciso di togliere dal Bilancio. «Almeno una parte di quei crediti, potevano servire a coprire il disavanzo» hanno dichiarato i consiglieri di opposizione. «Scelta responsabile e realistica» hanno replicato dalla maggioranza. Bertini ha evidenziato anche una serie di carenze che, portate davanti al Tar, potrebbero annullare la delibera e provocare non solo il dissesto finanziario, ma «perfino lo scioglimento anticipato dell’amministrazione comunale». Palladino ha fatto notare che l’impegno e la responsabilità che l’Ente si sta prendendo con il piano di riequilibrio, stride con la gestione dell’ultimo anno, in cui non si è stati nemmeno capaci di fare i controlli incrociati tra le utenze Enel e quelle dell’acqua per scovare gli evasori: «Con quali mezzi pensate di affrontare questo piano?» Ha domandato l’ex candidato a sindaco. Coppola del Pd ha insistito sulla strada del risanamento con una gestione “in house” della riscossione dei tributi e un maggiore controllo della spesa. Ma il nodo centrale è sempre lo stesso: i dipendenti comunali non hanno le competenze e le capacità necessarie. Il consigliere del Pd però, ha insistito: «con un’adeguata organizzazione degli uffici, l’obiettivo è a portata di mano».

Il sindaco Liccardo ha difeso il Piano di Riequilibrio sottolineando ancora una volta, che il buco di oltre 23 milioni di euro, è stato ereditato dalle precedenti amministrazioni e che solo oggi, grazie al lavoro svolto dal suo assessore al Bilancio, si è fatta luce sulla grave situazione finanziaria in cui l’Ente si trova: «Sapevano già che le condizioni economiche del Comune di Marano non erano buone – ha dichiarato – e il risanamento dei conti è sempre stato un punto fondamentale del nostro programma elettorale. Negli anni passati alcune amministrazione hanno gestito l’Ente con sconsiderata leggerezza, portando il Comune sull’orlo del dissesto finanziario. Per noi questa è una sfida importante che vale quanto una grande opera pubblica – ha poi aggiunto – siamo determinati ad arrivare fino in fondo». Il provvedimento passa con i voti della maggioranza: 14 a favore e 8 contrari.

10 anni di sacrifici. Con il varo del Piano di Riequilibrio, l’Ente si impegna a coprire il buco di oltre 23 milioni di euro con una serie di iniziative programmate che dovranno rispettare una rigorosa tabella di marcia. I primi anni serviranno a coprire i debiti fuori bilancio, cercando di ridurre al minimo la produzione di nuovi debiti, poi sarà la volta del disavanzo e infine, i debiti potenziali, ovvero, cause pendenti in cui l’Ente potrebbe essere condannato. «Tutto questo – ha precisato Longoni – verrà fatto senza aumentare la pressione tributaria e con un notevole sacrificio a contenere la spesa».

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