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venerdì, Marzo 29, 2024
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4 ospedali campani tra i 12 peggiori in Italia per le liste d’attesa: per l’Agenas sono “poco efficienti”

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Le aziende ospedaliere sono valutate in base alla gestione e se non sono gestite bene i danni non sono solo di bilancio, ma ricadono letteralmente sulla pelle dei cittadini. Per questo il Programma Nazionale Esiti con cui ogni anno Agenas monitora i risultati clinici del Servizio sanitario nazionale, è uno strumento utilissimo per capire “in mano a chi” abbiamo affidato la nostra salute. E a guardare i risultati dell’indagine pubblicata ieri dall’Agenzia guidata da Enrico Coscioni, non c’è da stare molto sereni in Campania, come in tutte le regioni del Sud.

4 tra i 12 peggiori ospedali italiani sono campani: come l’Agenas ha attuato la valutazione

Pronto Soccorso, tempi di attesa, ricoveri inappropriati bilanci, numero di medici e infermieri, macchinari non obsoleti: in base a questi indicatori, per la prima volta, è possibile dare una pagella su come sono guidati gli ospedali pubblici: l’Agenas ha valutato le performance dei manager di 53 ospedali pubblici, di cui 30 universitari, divisi rispettivamente per chi ha più di 700 posti letto o meno di 700 posti letto. Dallo studio (che per il momento lascia fuori Irccs e Asl) emerge che solo 9 hanno il bollino verde con un livello di performance alto e sono tutti nelle regioni del nord, 32 nella media e 12 mostrano un livello basso di prestazioni.

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Tra i peggiori ci sono 4 campani: il San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta) e gli universitari Luigi Vanvitelli (Napoli) e San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno). L’azienda casertana è anche tra i 10 ospedali con i tempi di attesa per gli interventi di tumore più lunghi.

Gli ospedali campani tra i 10 ospedali con le apparecchiature piu’  nuove

Tuttavia, un dato positivo è dato dagli ospedali con le apparecchiature sanitarie più nuove. 4 di questi ospedali sono campani, e cioè il San Pio di Benevento, il San Giuseppe Moscati di Avellino, l’ospedale dei Colli e il Cardarelli di Napoli. Un dato che è alla base di un trend positivo, quello che vede le performance campane migliorare nel tempo. Se infatti nel 2019, delle 8 aziende ospedaliere regionali valutate dall’Agenas, 7 erano da bollino rosso, oggi quelle con un basso livello di performance si sono ridotte a 4. Dunque altri 3 ospedali hanno ottenuto il bollino arancione, un traguardo raggiunto grazie ad una crescita degli investimenti che però non corrisponde, nella realtà, ad un miglioramento dell’offerta sanitaria ragionale.

Le performance

L’Agenas ha calcolato anche «l’indice comparativo di performance», un indicatore di efficienza di ogni singola azienda ospedaliera. Attraverso questo dato è possibile confrontare, tra le varie strutture, la durata dei ricoveri per casi di pari gravità e gli ospedali che presentano degenze più lunghe mostrano una problematica organizzativa concreta. Dunque un indicatore che valuta il funzionamento reale delle aziende ospedaliere e che per la Campania rappresenta la vera nota dolente del report dell’Agenas. A livello nazionale, infatti, tra i grandi ospedali, quelli con più di 700 posti letto, il Cardarelli si piazza all’ultimo posto, stesso risultato per il Ruggi d’Aragona di Salerno che, tra le strutture universitarie, ha l’indice peggiore e tutte le aziende ospedaliere della nostra regione fanno registrare un valore sotto la media nazionale. A pesare sull’efficienza dei nostri ospedali c’è anche la crisi del personale sanitario.

Il personale

La performance misurata dall’Agenas sul numero di infermieri e medici per posto letto vede al fondo della classifica nazionale il policlinico della Federico II e quello della Vanvitelli tre le università, il San Pio di Benevento per i piccoli ospedali e l’azienda dei Colli per i grandi. Dunque in Campania, pur essendoci gli ospedali con le apparecchiature più nuove e gli investimenti più corposi, il sistema sanitario resta, nella sua interezza, inefficiente, con tempi d’attesa tra i più lunghi d’italia e i periodi di degenza che superano quelli degli altri ospedali del Paese.

A riportare il tutto, il Corriere del Mezzogiorno e Ottopagine.

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