Dopo le prime discussioni della Difesa degli imputati di Festa Antonio e Festa Gennaro ed altri, è stato il turno di Tecchia, Illiano Giuseppe, D’Amelio e altri, dinanzi al Gup Dott Marrone, con le discussioni degli Avvocati Massimo Viscusi, Avv. Davino, Avv. Vanacore e Prof. Maiello.
All’esito delle discussioni difensive, il G.U.P. Marrone ha sciolto la riserva, accogliendo alcune rilevanti richieste difensive nel rinvio a giudizio:
-inutilizzabilita’ di tutte le intercettazioni telefoniche ed ambientali, e di altre attività investigative svolte dagli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia;
-proscioglimento e prescrizione di molti reati contestati in ben dieci capi di imputazione concernente la posizione di alcuni imputati.
Tutti sono stati rinviati a Giudizio, con processo che inizierà’ dinanzi al Collegio del Tribunale penale di Napoli in data 28 ottobre 2024.
In fase cautelare, la Cassazione ha annullato con rinvio a nuove sezioni del riesame le posizioni dei Festa e di Illiano.
Il Patteggiamento richiesto per Tecchia Michele è stato rigettato e la posizione stralciata e gli atti sono stati trasmessi al Presidente del Tribunale per l’assegnazione ad un nuovo giudice.
Il Processo è stato calendarizzato in varie fasce ed udienze attesa la rilevanza dell’inchiesta, degli imputati (45) e delle imputazioni (200) ed infatti le prime due udienze si erano svolte in aula bunker.
Altri filoni stanno avendo inizio, con gli altri arresti che si sono avuti, ivi compresi quelli del Sindaco di Aprilia, per voto di scambio ed associazione mafiosa esterna, oltre ad altri 80 nuovi imputati.
Una maxi indagine imponente, “una super camorra imprenditoriale innovativa”, come anche definita dal Procuratore Capo di Napoli Nicola Gratteri.
Come si ricorderà, Trattasi di uno dei filoni di altri dieci. 144 gli indagati, 1000 pagine di ordinanza cautelare, 200 capi di imputazione (attese le nuove contestazioni effettuate dalla DDA) e 45 ordinanze di misura cautelare personale e reale sino ad ora in questo filone, nell’inchiesta della Procura di Napoli, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, per un presunto giro di denaro sporco, secondo gli Inquirenti – proveniente dal clan Contini dell’Alleanza di Secondigliano – riciclato in imprese del tessuto economico campano e non solo.
I reati contestati dagli inquirenti sono a vario titolo: falsificazione e commercializzazione di orologi a marchio contraffatto, fittizia intestazione di beni, indebite compensazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego di ingenti capitali, emissione ed utilizzo di fatture false, dichiarazioni fraudolente mediante altri artifici, dichiarazione infedele, indebita compensazione, detenzione e traffico di armi da fuoco, estorsione aggravata, aggressione e tentato omicidio, tutte aggravate dal metodo mafioso per favorire la potente cosca del Clan Contini dell’Alleanza di Secondigliano (Mallardo e Licciardi).
Secondo gli investigatori, si era costituito “un vero e proprio gruppo imprenditoriale/criminale costituito da diverse società operanti sul territorio italiano ed estero create e/o acquistate” da Antonio Festa, suo figlio Gennaro Festa e Salvatore D’Amelio, il tutto grazie alla collaborazione di vari professionisti tra cui Michele Tecchia il tutto attraverso “l’imposizione fittizia e fiduciaria di numerosi prestanome”. Tenore di vita altissimo, investimenti in molteplici settori economici, eppure i componenti del Gruppo Festa risultavano secondo gli inquirenti “essere privi di una solida base economica”. L’ipotesi è che i componenti del gruppo fossero riusciti a “creare una fitta rete di società intestate a prestanome, nelle quali confluivano i proventi delle varie condotte illecite, dalla contraffazione alle frodi fiscali, e conseguenti attività di riciclaggio”.
Ultima fase di questa enorme vicenda criminale: detenzione e traffico di armi da fuoco e l’estorsione al fondamentale intermediario Salvatore Cassese, ex dell’arma dei carabinieri che secondo la Procura e’ stato destinatario di estorsioni da uomini del clan, minacciato, picchiato e accoltellato per un investimento andato male con i Festa ed e altri esponenti del clan, antecedentemente all’epoca covid, con intermediari cinesi. Una vera e propria esecuzione che doveva portare all’omicidio del summenzionato. Tra le varie attività, il gruppo secondo gli inquirenti avrebbe anche acquisito il 50% del capitale sociale di una clinica per autistici in provincia di Campobasso, reimpiegando nell’operazione quasi 3 milioni di euro di origine illecita.
DDA in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), fortemente voluta dal Procuratore Gratteri.
Nel pool difensivo: Avv. Arturo Cola, Avv. Gaetano Manzi, Avv. Giovanni Cerino, Avv. Vincenzo Romano, Avv. Prof. Maiello, Avv. Claudio Davino, Avv. Massimo Viscusi, Avv. Domenico Vincenzo Ferraro, Avv. Gianluca Gambogi, Avv. ed altri.