Vincenzo Loffredo ha negato di aver cambiato Giulia prima di portarla all’ospedale Villa dei Fiori di Acerra, rispondendo così alle domande sul ritrovamento di un pigiamino insanguinato all’interno del cassonetto dei rifiuti.
Il 24enne, attraverso il suo legale Luigi Montano, ha confermato la versione fornita agli inquirenti nelle ore immediatamente successive alla morte della neonata, non menzionando il cambio della tutina da notte nei concitati momenti che hanno preceduto la disperata corsa al vicino ospedale.
“Mi sono svegliato di soprassalto prima di mezzanotte, non ho trovato più Giulia che dormiva alla mia sinistra sul letto – ha – riferito agli inquirenti Loffredo – Ho pensato che fosse rientrata la mia compagna e che l’avesse presa lei. Ho aperto la porta e l’ho chiamata, ma non mi ha risposto. Ho fatto il giro del letto e a terra c’era Giulia in una pozza di sangue. Nella stanza ho visto Tyson ma era lontano dal corpo”.
In realtà questa è soltanto la seconda versione data dal barista, visto che inizialmente aveva riferito che ad aggredire la povera Giulia sarebbe stato un randagio e non il pitbull che viveva in casa con loro insieme al meticcio Laika.
Insomma, i dubbi sono ancora tanti e sarà possibile scioglierli soltanto attraverso gli esami del dna di Giulia e quello sulle feci dei due cani, oltre che tramite le risultanze dell’esame dello smartphone di Loffredo.