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giovedì, Marzo 28, 2024
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Agguato in trasferta, condanna lieve per due ras dei Mazzarella

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Due raid effettuati a Molfetta, in Puglia, per un debito di droga non saldato. Francesco Esposito e Mariano Capparella, al termine del processo di primo grado celebrato con il rito abbreviato hanno invece rimediato tre anni a testa. L’accusa per loro aveva invece richiesto più del doppio. Merito delle argomentazioni difensive del loro legale, l’avvocato Leopoldo Perone, che è riuscito ad ottenerne la scarcerazione. Esposito e Capparella, indicati come appartenenti al clan Mazzarella, furono arrestati con l’accusa di essere gli autori di due raid armati commessi ai danni del pregiudicato pugliese Massimiliano Di Bari detto Mamò. L’indagine, condotta dai carabinieri del nucleo operativo dei carabinieri della compagnia di Molfetta, partì dopo gli spari contro il portone d’ingresso di una palazzina di via Madre Teresa di Calcutta, avvenuta nel febbraio dello scorso anno, raid poi ripetutosi alcuni giorni dopo. Grazie alle telecamere di sorveglianza i carabinieri riuscirono a risalire all’identità dei due: per i militari sarebbe stato proprio Capparella a prendere a noleggio la vettura usata per l’agguato e che quel giorno di fine febbraio sia lui che Francesco Esposito erano sul luogo dell’agguato. Prove schiaccianti ma non per il gip del tribunale di Trani che ha accolto la linea della difesa scarcerando i due.

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