«Erano anni che io e Carlo eravamo in contatto telefonico. Mi aveva colpito il suo equilibrio, ma anche la sua educazione, perché quando intuiva che non ci sarebbero stati margini per trattative non insisteva». Così esordisce il Patròn del Napoli, intervistato dal Corriere dello Sport. E’ un De Laurentiis entusiasta, chiaramente soddisfatto per il primo scorcio di stagione del Napoli targato Ancelotti. Il Presidente, però, non si esime dal valutare il suo presente rapportandolo, ancora una volta, al passato sarrista. Probabilmente, soffiando sul fuoco della polemica, a questo punto, sterile.
Le parole su Sarri, prima di quelle su Ancelotti
«Credevo di aver incontrato un allenatore che si sarebbe trattenuto a Napoli per un lungo periodo. Avrei potuto tenerlo, anche perché aveva altri due anni di contratto. Ma ad un certo punto è diventata una questione legata esclusivamente al denaro. Di colpo, attraverso l’impatto mediatico o certi opinionisti, si stabilisce che un contratto vada adeguato. E allora che valore ha un accordo appena siglato? Noi eravamo già passati da 700mila euro ad un milione e mezzo. Poi però ho sentito dire: col prossimo contratto voglio arricchirmi. E le dichiarazioni d’amore per la città? Io ci avevo creduto, poi però mi sono domandato: e se stesse usando me come sponda?».
Poi, come detto, rilancia il suo presente che appare meno fumoso e più raggiante. «L‘altro giorno Carlo era a Ischia, e mi ha telefonato entusiasta: “Aurelio, qui potrei rimanerci anche per sei anni”. Con lui si vive un rapporto umano, discutendo amabilmente dei reciproci interessi. E se parlo di calcio, non si offende: prima del Liverpool, al mattino, gli ho telefonato. Dopo che avevo espresso alcuni pareri, garbatamente, ma anche con autorevolezza e autorità, mi ha detto: “Presidè, stai tranquillo che la vinciamo”. Io l’ho preso in parola e all’87esimo ho pensato: vuoi vedere che succede?». Nulla da eccepire, come al solito è il campo a dire l’ultima parola. Magari, De Laurentiis potrebbe spegnere le polemiche contro il suo recente passato proprio in virtù di quello che il campo ha raccontato, al di là del risultato.