Nella giornata odierna, il Tribunale di Napoli – Sezione Riesame – ha confermato l’impianto accusatorio nei confronti del 28enne Tommaso Severino che, nella notte dello scorso 1° novembre a Torre del Greco, alla guida di un BMW X4 e in stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti e in stato di ebbrezza, ha causato la morte del poliziotto Aniello Scarpati e il ferimento del collega Ciro Cozzolino.
Nei confronti del predetto è stata quindi confermata la misura della custodia cautelare in carcere.
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L’irreperibilità di Tommaso Severino, il giovane imprenditore di 28 anni al volante del suv Bmw X4 che si è scontrato con una volante della polizia lungo viale Europa a Torre del Greco, durò circa 12 ore.
Nell’impatto è morto sul colpo Aniello Scarpati, 47 anni, capo pattuglia in servizio presso il commissariato di polizia di via Sedivola, e rimase gravemente ferito Ciro Cozzolino, 38 anni, l’agente alla guida.
“Avrei preferito morire io…”. Furono queste le sue parole al telefono con una zia. Le avrebbe dette mentre vagava di notte in una campagna di Ercolano, vicino casa, mentre era in fuga da alcune ore, dopo lo schianto del suo suv contro la volante a Torre del Greco. Il giovane appartiene a una famiglia nota a Ercolano, imprenditori di abiti usati. “Non sapeva neanche che nell’incidente era morto un agente”, dice il suo avvocato. In quelle ore la famiglia lo ha contattato, dicendogli di consegnarsi.
“Dovrò fare i conti con questa storia per il resto della mia vita”, avrebbe detto il 28enne al legale. “Piuttosto che essere concentrato sul fatto di andare in carcere, Tommaso, quando ha realizzato che c’era un poliziotto morto con tre figli, si è fatto un altro pianto inconsolabile”, ha spiegato l’avvocato.

