«Io posso dire che quando i nostri bambini erano piccoli lei faceva da babysitter». Glieli affiderebbe anche oggi? «Certo». Ne è convinto Antonio Bignami, che vive di fronte alla casa dove da poco tempo si è trasferita Annamaria Franzoni, a Monteacuto Vallese, sull’Appennino bolognese. «Per me sono una famiglia di persone assolutamente equilibrate, brave. E’ chiaro che anche nelle persone più equilibrate un colpo di follia può succedere».
Nella prima settimana di novembre Annamaria Franzoni, assieme ai familiari, ha soggiornato per alcuni giorni nella villetta in frazione Montroz di Cogne, dove il 30 gennaio 2002 venne ucciso il piccolo Samuele Lorenzi. La sua presenza è stata notata da alcuni vicini. La donna, che ha finito di scontare la pena a 16 anni per l’omicidio del figlio, in quel periodo era già tornata in libertà da alcune settimane.
Parla l’avvocato della Franzoni
“Mi pare che sono stato bravo, no?” – commenta Taormina – “Questa è la pena che ha avuto con la mia difesa. La Franzoni deve ancora pagarmi. Sono circa 400mila euro che devo avere. Adesso che succede? E che devo fare? Aveva la villetta di Cogne sulla quale avrei voluto fare il pignoramento, ma non è stato possibile. La rivendevo, che mi importa. La rivendevo all’asta dello Stato e buonanotte. Non posso neppure rivalermi sui suoiconti correnti, perché ho visto che non c’ha una lira.Praticamente m’ha fregato. Avere i soldi è una battaglia persa, perché la fregatura è totale“.


