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venerdì, Marzo 29, 2024
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I summit di camorra da ‘fantasma’, così Antonio Orlando gestiva affiliati e affari sul territorio

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E’ una figura apicale della camorra di Marano quella di Antonio Orlando, boss latitante da 15 anni catturato stamattina a Mugnano. Il fatto che si trovasse solo a pochi chilometri, anzi metri, dalla sua città d’origine e che avesse provato ad incendiare documenti e pizzini è sintomo che era ancora al vertice dell’organizzazione e pienamente operativo. Di Antonio, detto mazzolino poichè interista e fans di Mazzola, ne parlano alcuni collaboratori di giustizia e viene citato nelle ultime ordinanze sugli Orlando.

Così si parla di Antonio Orlando in una delle ultime ordinanze

Conosciuto anche come ‘o mazzolino, gli viene contestato, anzitutto, il ruolo di capo indiscusso del clan Orlando e ciò attiene anche al periodo successivo alla sua latitanza, iniziata nel 2003 e mai  interrotta, essendo uno dei protagonisti dell‟affermazione del clan di famiglia, di mezzo ai Carrisi, quale clan autonomo ed egemone sui territori maranesi.

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Colpito dall‟o.c.c. nr 498/03 del Tribunale di Napoli dell‟8.10.2003 per il reato p. e p. dall‟art. 416 bis commi 1, 3, 4, 5, 6, 7 c. p., oggi oggetto dell‟ordine di esecuzione nr. SIEP 33/2010 emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli – Ufficio Esecuzioni Penali in data 15.2.2010.
Non ha mai smesso di essere attivo e presente sulla scena criminale maranese insieme ai Nuvoletta ed ai Polverino: di lui si rinviene traccia nel summit di camorra tenuto il 15 maggio 2013 in località Montesacro, area boschiva adiacente alla villa di Nuvoletto Antonio. Ed infatti, i militari della Tenenza di Marano, occultati tra le siepi, casualmente assistevano alle fasi dell‟incontro registrando la presenza, tra gli altri, dei due latitanti Simioli Giuseppe – alias Petruocelo – e Orlando Antonio oltre che di esponenti dei Nuvoletta. Su quell‟area la stessa notte i Carabinieri rinvenivano un rilevante quantitativo di armi e munizioni – un bazooka, 2 kalashnikov, 8 fucili di cui uno a pompa, 22 pistole di vario calibro, 8 bombe a mano, migliaia di munizioni di vario calibro – tutte occultate sotto terra in bidoni di plastica ed in perfetto stato di funzionamento nonché, sempre interrati, Kg 13 circa di Hashish.Uno dei militari,  testimone nascosto tra gli alberi, confermando una annotazione di
servizio così riferiva al PM:” … Dopo pochi istanti, sempre sotto la mia posizione, ho visto
Nuvoletto Filippo o‟russ, Nuvoletta Filippo o‟cecato e questa persona che somigliava ad Antonio Orlando parlare tra di loro. In particolare ho sentito e visto distintamente o‟cecato, cioè Nuvoletta Filippo dire, rivolto a questa persona che per tratti somatici ad Antonio Orlando:don Antonio le armi per la vostra latitanza stanno là, le puliamo mattina e sera.> Così dicendo ha indicato con il braccio sinistro la direzione dove poi si è fermata di lì a poco la modus rossa, indicando in direzione dell‟albero caduto, poco distante cioè a dove la sera stessa è stato rinvenuto un barile di armi sotterrate….”. 

Ciò premesso, si è sopra visto come proprio Orlando Antonio sia presente ad alcuni dei summit monitorati dagli investigatori nell’estate dell‟anno 2015 e che hanno consentito al clan Orlando di acquisire la leadership. La sua presenza è chiaramente indispensabile, con tutti i rischi che ciò comporta atteso lo stato di latitanza, per definire i confini delle rispettive competenze con il clan Polverino, anche in vista della quantificazione delle mesate. Ma Antonio Orlando è anche pronto ad incontrare imprenditori
maranesi. 

I magistrati hanno ricostruito la struttura del clan Orlando come una piramide al cui vertice “vi è il capo indiscusso, il latitante Antonio Orlando affiancato dai fratelli Raffaele, detto Papele, e Gaetano. Subordinati ai fratelli Orlando si trovano gli organizzatori delle attività illecite operativi sul territorio a loro affidato: il braccio destro del vertice latitante, Lubrano Armando ed il fratello Lubrano Raffaele; oltre al „rappresentante‟ dei Nuvoletta, Lorenzo Nuvoletta e l‟altrettanto pericoloso nipote Orlando Angelo (cl. ‟79) detto „o malomm
Vi sono, poi, gli affiliati con ruoli di responsabilità tra cui si registra la figura di Sarappo
Gennaro e di Lubrano Vincenzo (fratello di Armando e Raffaele Lubrano) ed infine gli
affiliati con compiti esecutivi”.

 

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