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martedì, Aprile 23, 2024
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Appalti ferrovie e camorra: dissequestrati beni a Schiavone e famiglia

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Il Tribunale del Riesame di Napoli (decima sezione) ha annullato il sequestro dei beni disposto dal Gip partenopeo Giovanna Cervo a carico del 68enne Nicola Schiavone, finito in carcere il tre maggio scorso (poi posto ai domiciliari) perché ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia storico socio e prestanome del capoclan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone.

L’annullamento ha riguardato anche i beni sequestrati alla moglie e ai tre figli di Nicola Schiavone e agli altri due indagati Vittorio Scaringi e la madre Anna Maria Zorengo. Tutti gli indagati, accusati di riciclaggio e intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafiosa, possono dunque rientrare nella disponibilità dei beni, per un valore totale di quasi cinquanta milioni di euro; figurano 32 immobili situati ad Aversa, Giugliano in Campania (Napoli), Roma, Cerveteri e quasi un milione di euro di liquidi. Nel collegio di difensori Umberto Del Basso De Caro, Mario Griffo ed Elia Rosciano.

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L’indagine che ha coinvolto Nicola Schiavone riguarda un giro di appalti di Rfi che sarebbero finiti secondo i magistrati anticamorra della Procura di Napoli a ditte vicine ai Casalesi in cambio del pagamento di mazzette e regali – gemelli d’oro Cartier da 600 euro, soggiorni da oltre 9mila euro in costiera sorrentina – a funzionari della società ferroviaria.

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