Andrea Pirozzi, sindaco di Santa Maria a Vico, e la sua vice Veronica Biondo, sono 2 delle 6 persone arrestate oggi, martedì 22 ottobre, dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli su un presunto scambio elettorale politico-mafioso che vede coinvolti anche esponenti del clan Massaro.
Come riporta Lapresse, il gip del Tribunale di Napoli ha disposto gli arresti domiciliari per Pirozzi, Biondo e per altri due indagati: il consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Nuzzo e l’ex assessore Marcantonio Ferrara (dimessosi dalle due cariche nel 2023).
L’indagine a Santa Maria a Vico
Secondo quanto ricostruito dalla Dda i 4 indagati nel 2020, quando erano candidati alle elezioni per il sindaco e il Consiglio comunale di Santa Maria a Vico, avrebbero accettato la promessa di alcuni esponenti del clan Massaro – tra cui Raffaele Piscitelli e Domenico Nuzzo, entrambi destinatari della misura della custodia cautelare in carcere eseguita oggi – di procurare i voti degli appartenenti al clan e dei soggetti ad essi legati in cambio di favori da concretizzare una volta eletti.
La candida alle Elezioni Regionali Campania
L’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea contesta ai 6 indagati, a vario titolo, i delitti di scambio elettorale politico mafioso, induzione indebita a dare o promettere utilità, rilevazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale. Veronica Biondo figurava tra i candidati di Forza Italia alle prossime elezioni regionali del 23 e 24 novembre nella lista per la circoscrizione di Caserta.
IL carabiniere infelde
Tra gli indagati nell’inchiesta della Dda c’è anche un carabiniere in servizio alla stazione di Santa Maria a Vico. Il militare è indagato per rivelazione di segreti di ufficio in quanto, secondo quanto ricostruito dalla Dda partenopea e condiviso dal gip che ha firmato l’ordinanza, avrebbe rivelato al sindaco l’esistenza di indagini riguardanti la presunta compravendita di voti che vedeva coinvolta Biondi e di indagini a carico di Domenico Nuzzo. Il militare inoltre avrebbe rivelato a Nuzzo l’esistenza di esposti riguardanti accordi illeciti di esponenti della criminalità organizzata con Pirozzi, allora candidato sindaco, e candidati a consiglieri comunali nella lista a lui collegata.

