PUBBLICITÀ
HomeCronacaBimba abusata al parco Verde, la mamma: “Ridatemi i miei figli per...

Bimba abusata al parco Verde, la mamma: “Ridatemi i miei figli per ricominciare altrove”

PUBBLICITÀ

Palma, madre di una delle due bambine di 10 e 12 anni abusate sessualmente a Caivano nell’estate 2023, è tornata al Parco Verde, dove era iniziato anche il suo dramma personale. “Qui, per me, nulla è cambiato. A parte i blitz della polizia contro la droga, tutto è rimasto uguale ed io mi sento più sola che mai”.

La fuga
Un anno fa Palma fuggì da Caivano per rifugiarsi dai genitori a Napoli dopo che i tre figli le furono sottratti e affidati a strutture protette. Conseguenza degli abusi sistematici subìti dalle due bambine, compiuti da un gruppo di ragazzi e documentati anche con video usati per minacciarle e tenerle in silenzio. Fu il padre di una delle vittime a denunciare l’accaduto alle autorità facendo scattare le indagini dopo una telefonata al fratello maggiore di una delle vittime che rivelava l’agghiacciante verità.

PUBBLICITÀ

Il ritorno
“Sono tornata perché avevo bisogno di stare sola -, racconta oggi Palma all’Agi -. Non riesco a dormire, mi sveglio alle 4.30, alle 5, e penso ai miei figli. Mi è negato perfino sentirli a telefono. Non posso fermarmi, devo fare qualcosa, essere sempre in attività. Per questo mi alzo e comincio a pulire. Se mi fermo, mi crolla il mondo addosso”. Le sue giornate scorrono in una routine soffocante. Palma esce solo per comprare il pane e torna immediatamente a casa.

“Un faro nel buio”
“Non riesco a guardare la gente negli occhi – ammette la donna -. Tutti sanno chi sono, tutti sanno cosa ho perso. Mi guardano e io abbasso la testa. È come se il mio dolore fosse un peso anche per gli altri. Non posso nemmeno avvicinarmi alla scuola dove andavano i miei figli. Troppi ricordi. Ma c’è un’insegnante di una delle mie ragazze che è rimasta accanto a me. È una donna buona e coraggiosa. Mi aiuta a non sentirmi del tutto abbandonata. Senza di lei non ce la farei. È come se fosse un faro nel buio”. L’insegnante non è l’unica a tendere una mano a Palma. I suoi cognati, con discrezione, le portano da mangiare: “Non mi lasciano sola, anche se non possono fare molto. Sono queste piccole cose che mi tengono a galla, che mi fanno pensare che non tutto sia perduto”.

Parco Verde senza speranza
Palma non vede speranza per il Parco verde. “Stamattina, appena sveglia, ho visto un’altra macchina bruciata. Mi chiedo: finirà mai tutto questo? È difficile crederlo. Non vorrei mai che i miei figli tornassero qui. Non è vita”. La sua disperazione si mescola alla rabbia per le difficoltà quotidiane. “Non c’è lavoro. Qui, l’unico che ti offrono è pulire scale per 350 euro al mese. E io ho anche la sciatica, come faccio? Nessuno si preoccupa di chi, come me, non riesce nemmeno a vivere. Le istituzioni sono lontane. Ho bisogno di aiuto, ma non so più a chi chiedere”.

“Mi guardano come fossi io la colpevole”
Palma si aggrappa ai ricordi dei figli, ma ogni pensiero è una lama: “Quando vedo i bambini giocare in strada, mi si stringe il cuore. Penso a loro, a quello che non potranno mai più vivere”. Anche gli incontri casuali con le mamme dei ragazzi che hanno compiuto gli abusi sono carichi di tensione. “A volte mi guardano come se fossi io la colpevole. Vuoi vedere che ora sono io quella sbagliata? Non c’è pace, non c’è sollievo”, commenta amara, sognando un futuro lontano dal Parco verde.

“Vorrei ricominciare coi miei figli. Ma non qui”
“Voglio che i miei figli non tornino mai più a Caivano. Anche in un buco, ma fuori da qui. Non so perché il mio dolore non venga ascoltato. Chiedo solo una possibilità, una sola, di ricominciare con loro in una casa famiglia. Non voglio altro. Voglio solo stare con i miei figli”.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ