Potrebbe essere a una svolta l’indagine sulla bomba carta che tre giorni fa ha parzialmente distrutto una tabaccheria a via Padova al Vasto: obiettivo del raid proprio il locale riconducibile ad un nipote di Antonio Caldarelli, boss dell’omonima famiglia finita nel mirino dei Mazzarella a causa del suo atteggiamento considerato troppo neutrale nella guerra che oppone il gruppo del rione Luzzatti ai Rinaldi delle Case Nuove. Ieri mattina i carabinieri, a cui sono affidate le indagini, hanno effettuato un secondo sopralluogo: in quel tratto della strada ci sono almeno due telecamere che inquadrano la carreggiata. Potrebbero aver ripreso il passaggio del commando. E in questa direzione proseguono gli accertamenti: l’obiettivo è risalire al veicolo usato per l’assalto e alla possibilità di dare un volto ai responsabili del raid.
Al centro delle indagini la nuova ‘strategia del terrore’ dei Mazzarella e del loro braccio militare formato dal superlatitante Salvatore Fido e del suo colonnello U.L., il famigerato ‘Uomo nero’ con base a San Giorgio a Cremano. Gli investigatori non escludono che l’ordigno possa rappresentare una risposta da parte del clan del rione Luzzatti all’azione armata avvenuta qualche sera fa a via Botteghelle presso una caffetteria dove era presente anche Salvatore Mazzarella, figlio di Roberto. La ‘vendetta’ dei Mazzarella non si sarebbe fatta attendere interessando soprattutto quelle formazioni criminali in buoni rapporti o in condizioni di neutralità o quanto meno non belligeranza con i Rinaldi, gli storici nemici dei Mazzarella. Tra questi proprio i Caldarelli già finiti nel ‘mirino’ di Fido e dei suoi lo scorso anno (bomba carta in via Padre Ludovico da Casoria) e a inizio giugno quando furono esplosi proprio 30 colpi di pistola 9×21 in via Padre Ludovico da Casoria. La polizia ritrovò i proiettili conficcati in un portone e in un’auto di un’incensurata.
