Camorra di Forcella. Disse di no al clan, ergastolo per il killer di Di Franco

Massimiliano Di Franco voleva uscire dal giro. Voleva chiudere con la mala e per tale motivo aveva deciso di dire no alla richiesta di affiliazione fattagli dai Sibillo-Amirante-Brunetti. Un no che però non fu ben accetto e così il 26 febbraio 2014 l’ex uomo dei Misso venne ammazzato asangue freddo tra i vicoli di Porta San Gennaro. Per quell’atroce delitto è finito alla sbarra un unico imputato: Alessandro Riccio. Ieri mattina è arrivato per lui il secondo ergastolo di fila. A emettere lasentenza di secondo grado (come riportato dal Roma) sono stati i giudici della Quarta sezione della Corte d’assise d’appellodi Napoli (presidente Zeuli). Il collegio ha così dato pieno accoglimento alla linea della Procura antimafia, che il 30 gennaio scorso aveva invocato per Riccio propriola conferma del carcere a vita, senza dunque il riconoscimento di alcuna attenuante. Per il killer dei Decumani, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio, è quindi arrivata la nuova condanna all’ergastolo. Si tratta dell’ultimo atto di un processo delicato, sostanzialmente incardinato su un’unica testimonianza chiave:quella della signora Dora, la moglie della vittima. Era stata proprio lei, il 17 marzo 2016, a squarciare il muro del silenzio e a trovare il coraggio di intervenire in aula – all’epoca era ancora in corso il processo di primo grado – perrivelare alla Corte le parole che il marito era riuscito a pronunciarein punto di morte. «Massimiliano era seduto a terra, cercava di tranquillizzarmi. “Mi hanno colpito soltanto alle gambe, non preoccupati”, mi diceva. Ma perdeva sangue dall’addome».