Il Consiglio dei Ministri ha deciso la proroga per altri 6 mesi dello scioglimento del Consiglio comunale di Marano. E’ stata riscontrata la necessità di proseguire l’opera della Commissione Straordinaria per il risanamento dagli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata.
I SETTORI INQUINATI DALLA CAMORRA
I settori ritenuti maggiormente permeabili sono risultati l’urbanistica e a lavori pubblici con particolare riferimento alla gestione del Piano per gli insediamenti produttivi, la cosiddetta Area P.I.P., agli appalti, al servizio idrico e all’igiene urbana. Dunque è stato delineato un quadro di ingerenze esterne riconducibili alla criminalità organizzata che avrebbero condizionato l’azione amministrativa compromettendone il buon andamento e la terzietà.
IL CLAN DI MARANO
Infine anche in questo caso sono emersi i legami parentali e di frequentazione di una cospicua fetta di amministratori locali e dipendenti comunali con gli ambienti criminali.
Nell’area gravitano i clan Nuvoletta, Polverino e più recentemente gli Orlando
soprannominati Carrisi che attivi anche nel traffico degli stupefacenti e in rapporto di parentela con i primi. Si tratta di sodalizi che nel tempo hanno condiviso la gestione delle attività illecite dal controllo degli appalti pubblici e del settore immobiliare al riciclaggio anche fuori Regione.
La Dia l’8 novembre 2021 ha eseguito un sequestro a carico di due imprenditori edili condannati con sentenze divenute irrevocabili il 13 novembre 2019 in quanto riconosciuti appartenenti al gruppo camorristico dei Polverino: “Con il compito di costituire il braccio imprenditoriale di tale gruppo nel settore tipicamente proprio degli investimenti edilizi ed immobiliare, rispetto ai quali il clan Polverino, tramite i tre indagati aveva acquisito il dominio assoluto e incontrastato nel territorio di riferimento”.