Otto anni rispetto ai dodici chiesti dalla Dda. Questa la condanna che ha rimediato Cristian Esposito, figlio del boss “’o scognato”. Quattro anni per il suo complice, Gianluigi Semplici. Era finito in carcere per il reato di estorsione aggravata dalmetodo mafioso, tentata estorsione e minacce. Da quanto ricostruito il giovane avrebbe imposto ad un imprenditore il pagamento della cosiddetta “tassa della tranquillità”. Un’estorsione che lo avrebbe affossato economicamente: ventimila euro.
Un’estorsione che lo avrebbe affossato economicamente. Così in una indagine lampo, con il pericolo di fuga e di reiterazione del reato, il pm decise di non aspettare con la richiesta al giudice di emissione di ordinanza cautelare, ma invece emise l’ordine di cattura.
Una storia criminale ben delineata quella del babyboss che adesso pare aver preso in mano le redini della cosca che è stata del padre per oltre un decennio. Estorsioni innanzitutto, che sono i primi incassi per tutti i clan e specialmente per quelli dell’area Flegrea e Bagnoli a cui appartengono l’arrestato e il suo complice. Sono in corso ulteriori indagini per cercare di arrivare ad individuare l’eventualità di altri complici. Cristian Esposito non è nuovo a reati del genere. Già nel 2014 fu arrestato per estorsione aggravata.