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giovedì, Aprile 25, 2024
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Campania zona gialla, ora il rischio c’è. In Italia incremento del 61,4% di nuovi casi Covid

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I numeri da zona gialla sono ancora lontani (50 nuovi positivi nella settimana per centomila abitanti), ma in Campania la tendenza non è affatto tranquillizzante. Nella settimana tra il 21 e il 27 giugno si era avuta l’incidenza più bassa con 11,4 casi, negli ultimi sette giorni si è assestata poco sopra 20 casi ogni centomila abitanti e da diversi giorni gira intorno a quel valore con una tendenza a salire. L’allarme è stato lanciato già nella giornata di martedì e riguardava non solo la Regione guidata da Vincenzo De Luca, ma anche per Sicilia, Abruzzo, Veneto e Marche.

C’è di nuovo lo spettro del ritorno delle restrizioni per commercianti e ristoratori.  L’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha riportato che l’incidenza dei contagi è in salita in Campania, con 20,2 casi ogni 100mila abitanti: siamo ancora ben sotto i 50 casi necessari per far scattare la zona gialla, ma la risalita c’è ed è dovuta all’incedere della variante Delta, più aggressiva ed infettiva di quella inglese.

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Un incremento del 61,4% di nuovi casi Covid (8.989 rispetto a 5.571) nella settimana 7-13 luglio rispetto alla precedente, mentre diminuiscono i ricoveri e i decessi. E’ quanto rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. I ricoveri diminuiscono dell’11,3% (erano 1271, sono ora 1128) dato che corrisponde a 143 persone in meno, i decessi del 35,8% (104 rispetto ai 162 della settimana precedente) con una media di 15 al giorno rispetto ai 24 della settimana precedente.

“Sul fronte dei nuovi casi – rileva Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si registra un netto incremento settimanale, peraltro sottostimato da un’attività di testing in continuo calo, che rende impossibile un tracciamento adeguato dei contatti”.

La progressiva diffusione della variante delta determinerà un incremento del numero dei contagi. Ma anche con una circolazione virale elevata, l’impatto dei contagi sui servizi sanitari sarà inferiore rispetto alle ondate precedenti. Lo rileva il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe. Tenendo conto del “progressivo aumento dei casi e della diffusione di questa variante che è destinata a diventare prevalente” il monitoraggio rileva che “nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino”. Di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose (1.856.129 con AstraZeneca, 596.190 con Pfizer-BioNTech, 96.503 con Moderna). “Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana -rileva Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe- – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età”. Peraltro, secondo il report “il trend di somministrazione delle prime dosi per fasce di età conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le altre classi d’età con notevoli differenze di copertura”.

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