«Mafia e camorra sono molto interessate al settore sanitario non soli per i tanti soldi che girano, anche nei periodi di crisi economica, ma perché la sanità è uno strumento per mantenere il consenso». Più che una considerazione personale, quella del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone è un monito. E’ un modo per tenere accesi i riflettori su aree estremamente sensibili della società civile ma, al tempo stesso, assai vulnerabili. La sanità, come dimostrato dalle numerose inchieste, è costantemente nel mirino della criminalità organizzata, sempre più propensa ai grossi affari puliti anziché quelli sporchi. Gli appalti stanno sostituendo le piazze di spaccio, i grossi affari finanziati dallo Stato attirano molto di più di una partita di droga venduta bene al dettaglio. Lo scioglimento dell’ospedale di Caserta, sotto scacco del clan Zagaria, ne è chiara dimostrazione. Cantone, però, non parla solo degli ospedali meridionali.
«Quella di Caserta non è l’unica struttura ospedaliera commissariata. Altre aziende ospedaliere, e non solo al Sud, potrebbero essere sciolte. Il rapporto tra politica e sanità è oggetto di grande preoccupazione e i suoi effetti sono molto sottovalutati. Eppure la politica condiziona tutte le nomine nella sanità: penso ai primari oltre che ai vertici di ospedali e aziende sanitarie. Anche per questo non si sente la mancanza dei controlli esterni che c’erano prima, come quelli del Corecom, ente tra i più politicizzati. I piani di prevenzione rappresentano una rivoluzione copernicana, perché sono lo strumento attraverso cui un’amministrazione guarda al suo interno e fa pulizia». Non fa troppi giri di parole, Cantone. Va dritto al sodo evidenziando un collegamento diretto tra la politica e la sanità e, di conseguenza, tra quest’ultima e la criminalità organizzata. Come nel caso, appunto, dell’ospedale di Caserta.
