16.4 C
Napoli
venerdì, Aprile 26, 2024
PUBBLICITÀ

Carabinieri di Piacenza, condannati i 5 militari della caserma Levante: 12 anni per Montella

PUBBLICITÀ

Condanne da 3 anni e 4 mesi fino a 12 anni per i carabinieri infedeli di Piacenza, uomini che il procuratore capo di Piacenza, Grazia Pradella non aveva esitato a definire «traditori dello Stato». Nel processo con rito abbreviato, davanti al gup Fiammetta Modica, le condanne inflitte ai cinque imputati soddisfano l’accusa. Per Giuseppe Montella, ritenuto il capo del gruppo, la pena più alta: 12 anni, l’accusa aveva chiesto 16 anni, un mese e 10 giorni. Ha ammesso le sue responsabilità, ma ha sempre sostenuto di non aver agito da solo. Pene più basse per gli altri.

Le condanne per i carabinieri di Piacenza

Condannati – sempre a pene inferiori alle richieste dell’accusa – l’appuntato scelto Salvatore Cappellano a 8 anni. Sei anni per il collega Giacomo Falanga (13 anni la richiesta di pena), 4 anni per Marco Orlando (5 anni la richiesta) all’epoca comandante della stazione di via Caccialupo. Per Daniele Spagnolo la pena più bassa a 3 anni e 4 mesi (richiesta della procura 7 anni e 8 mesi). A meno di un anno dalle manette e dal sequestro della caserma Levante – prima volta in Italia – arriva il verdetto nei confronti di chi con comportamenti di «eccezionale gravità ha offeso i carabinieri che lavorano in silenzio e con spirito servizio», le parole usate dal procuratore capo nella requisitoria dello scorso aprile.

PUBBLICITÀ

Le accuse

Nell’aula di Piacenza Expo, trasformata in tribunale per rispettare le norme anti Covid, davanti al gup Fiammetta Modica, era stato il pm Antonio Colonna a ricostruire «il sistema Levante» e a spiegare le responsabilità di tutti gli imputati «accecati dall’arroganza di chi si crede al di sopra delle regole», capaci di tenere in piedi un sistema parallelo fatto di menzogne, di sequestri di droga rivenduta attraverso pusher di fiducia, di arresti “architettati” per aumentare le statistiche, di pestaggi con modalità tali da configurare la tortura.

Traspare il disprezzo nell’elencare i presunti illeciti commessi dai cinque carabinieri che hanno scelto l’abbreviato – consente lo sconto di un terzo della pena – per difendersi da una sfilza di reati che spaziano dallo spaccio di droga al peculato, dal falso alle lesioni e alla tortura.

«C’è gente che indossa la divisa con onore e per questo leggere questi fatti é motivo di umiliazione e vergogna. Dedico il mio intervento a queste donne e a questi uomini valorosi». E’ uno dei passaggi dell’intervento davanti alle parti civili, tra cui alcune associazioni di carabinieri. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

Alessandro Pirozzi
Alessandro Pirozzi
Mi presento: mi chiamo Alessandro Pirozzi, sono nato a Napoli ed ho 23 anni. Sono iscritto all'albo dei giornalisti dal 2019 ed amo profondamente la comunicazione, specie quella digitale. Dopo essermi diplomato in un istituto alberghiero, ho iniziato a 18 anni il mio percorso lavorativo con InterNapoli.it nel 2016, collaborando anche in qualità di freelancer con diverse testate digitali come Blasting News. Ho scritto per 'Cronache di Spogliatoio', giornale sportivo online, e per la testata locale AbbiAbbè.it.
PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

L’ex boss della Banda della Magliana esce dal carcere, sarà affidato ai servizi sociali

Massimo Carminati lavorerà con i migranti. Questa la decisione per l'ex boss della Banda della Magliana, conosciuto nell'ambiente criminale...

Nella stessa categoria