La Corte d’Appello di Napoli ha accolto le deduzioni difensive dell’avvocato Salvatore D’Antonio, rideterminando le pene per Cozzolino Angelo e Cozzolino Vincenzo, padre e figlio accusati di due estorsioni con “cavalli di ritorno” e 30 episodi di riciclaggio legati alla cannibalizzazione di auto rubate nel territorio vesuviano negli anni 2021-2022. In primo grado, il Tribunale di Nola li aveva condannati rispettivamente a 5 anni e 10 giorni (più multa) per Angelo e a 4 anni, 2 mesi e 15 giorni per Vincenzo.
L’inchiesta “Passarus” dei Carabinieri di Palma Campania ha svelato un circuito criminale tra Palma Campania, San Giuseppe Vesuviano, Poggiomarino e zone limitrofe, con furti di veicoli, smontaggio in capannoni con relativa cannibalizzazione dei veicoli e rivendita di pezzi. Videocamere, GPS, intercettazioni e pedinamenti hanno documentato il modus operandi: arrivo di auto rubate, smontaggio, taglio carcasse e occultamento provenienza illecita, spesso in concorso con altri soggetti, tra cui il Prisco Renzo.
Prisco, difeso dall’Avv. Antonio Tomeo veniva condannato in primo grado alla pena di anni 5 mesi 1 giorni venti, pena ridotta in appello ad anni 4 mesi 4 e giorni 20 di reclusione.
Le estorsioni riguardavano la richiesta per la restituzione di due autovetture mediante minacce implicite. I 30 episodi di riciclaggio includevano operazioni su decine di veicoli provento di furti denunciati.
In accoglimento della tesi difensiva dell’Avv. Salvatore D’Antonio veniva pertanto ridotta sensibilmente la pena, anche alla luce dell’eccellente contributo difensivo che consentiva, già in primo grado, di ottenere la scarcerazione dei due imputati, attualmente in stato di libertà.

