Anche i furti di auto rientra tra gli affari dei clan di camorra, che attraverso la tecnica del ‘cavallo di ritorno’ ne fanno una delle attività illecite più redditizie.
Il numero di furti di auto nell’area a nord di Napoli è elevatissimo e spesso capita di rubare auto di ‘intoccabili’, come boss o affiliati di spicco delle cosche camorristiche. Ciò avviene in maniera involontaria, al punto che, i malviventi, appena venuti a conoscenza della proprietà del veicolo, preferiscono far perdere ogni traccia dello stesso, per evitare di essere selvaggiamente picchiati per ‘l’offesa’ protratta.
A parlarne è stato il collaboratore di giustizia Salvatore Roselli, un tempo affiliato al clan Amato-Pagano.
Roselli: “I ladri hanno dei computer con cui vanno dietro la macchina che hanno deciso di rubare, quando il proprietario parcheggia, non gli fanno chiudere la macchina. A Villaricca la moglie di Marco Liguori era scesa dalla macchina un attimo a comprare i polli e le rubarono la macchina. Il giorno dopo mandammo l’imbasciata che era stata rubata una macchina a Villaricca che ci interessava, ma senza dire che era di Marco Liguori, perché altrimenti non sarebbe stata recuperata, in quanto chi l’aveva rubata si metteva paura di un personaggio del calibro di Marco Ligori. E‘ capitato anche a me di non riavere il motorino di mio nipote, che era stato rubato alla Sanità, sebbene io avessi detto al soggetto, a cui chiesi di occuparsi di trovare il motorino, di non dire che era il mio, ma di farmi sapere che cifra avrei dovuto pagare ai ladri per averlo indietro; questa persona disse che il motorino era il mio ed i ladri per paura di essere puniti non si accusarono del furto”.
