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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Cesa sconvolta per la morte dei fratelli Marrandino, lutto cittadino e veglia di preghiera

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Lutto cittadino a Cesa nel giorno dei funerali di Marco e Claudio Marrandino, i due fratelli di 39 e 29 anni uccisi brutalmente sabato scorso, a colpi di pistola, mentre erano a bordo di un Suv Bmw bianco sull’Asse Mediano. Stasera il sindaco di Cesa, Enzo Guida, e il parroco del Comune Casertano, hanno annunciato una veglia di preghiera per ricordarli, che si terrà alle ore 20 presso la parrocchia di San Cesario Martire. Sospesi i festeggiamenti del Santo Patrono, San Cesario, che si tengono abitualmente a fine giugno, in segno di rispetto per le vittime e per il tremendo lutto subito dalla famiglia. Le salme delle due vittime sono state sequestrate dalla magistratura. Al termine degli accertamenti si potranno tenere le esequie, che potrebbero essere celebrare dal vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo.

La morte dei due fratelli ha molto scosso la comunità. Marco era un avvocato di successo. Era stato nel 2014 presidente del consiglio comunale di Cesa. Lascia la moglie, due figli piccoli di 5 e 3 anni. Claudio, imprenditore edile, lascia la compagna con la quale conviveva.

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Un pensiero è arrivato anche da don Maurizio Patriciello: «Preghiamo per Claudio e Marco Marrandino. Il Signore li accolga in gloria. Preghiamo per i loro cari sui quali è precipitato un dramma senza fine. Il Signore consoli i loro cuori trafitti». La tragedia ha scosso la comunità dalle fondamenta. In questi giorni erano previsti i festeggiamenti per San Cesario. Il comitato organizzatore ha deciso di «rimandare i festeggiamenti in onore del nostro santo patrono, a causa del grave lutto che ha colpito la nostra comunità».

BASTA VIDEO DELL’AGGUATO

Un amico di entrambi li descrive come «due ragazzi, esempi di vita, rispettosi, educati e per bene». Poi aggiunge: «Per favore basta far girare foto e video ripresi dai passanti, il dolore è già troppo, abbiate rispetto della famiglia». Sulla stessa linea il sindaco di Cesa, Enzo Guida: «Chiediamo rispetto per le due vittime. Stiamo assistendo alla circolazione di video e foto dell’episodio ed è qualcosa di molto brutto. Chiediamo a tutti di non condividere queste immagini atroci. Chiediamo alla comunità di rispetto”.  L’allusione è a un video girato sul luogo dell’omicidio, in cui si notano i corpi senza vita dei due fratelli. Uno in auto, l’altro riverso sull’asfalto a faccia in giù, dopo un estremo tentativo di fuga stroncato dalle pallottole esplose alle spalle. Sull’asse mediano, nel pomeriggio di ieri, i cellulari che immortalavano quella scena macabra erano tanti.

LE INDAGINI SUL DUPLICE OMICIDIO

I fratelli Marrandino sono stati uccisi nella tarda mattinata di sabato 15 giugno, sull’Asse Mediano, all’altezza dello svincolo Nola-Villa Literno, nel territorio di Orta di Atella, in provincia di Caserta, e poco distante da Succivo. I due fratelli si trovavano su un suv bianco Bmw quando sono stati colpiti dai proiettili. Claudio, il più giovane dei fratelli, è stato attinto mortalmente all’interno dell’abitacolo, dove è stato ritrovato, sul sedile del passeggero. Marco, invece, ha tentato la fuga, dal momento che il suo cadavere è stato rinvenuto sull’asfalto, a pochi metri dall’automobile.

IL VIDEO DELL’AGGUATO

Le telecamere installate sull’asse mediano hanno immortalato le fasi dell’agguato costato la vita ai fratelli Marco e Claudio Marrandino. Nei video ci sarebbe l’intera sequenza dell’orrore. La lite, gli spari, il sangue. Intanto si attendono le fasi successive al fermo del 53enne Antonio Mangiacapre sospettato del duplice delitto, che sarà interrogato giovedì presso la Procura di Napoli Nord. Una persona che conosceva la famiglia Marrandino. Operaio incensurato, pare collezionasse armi. La sua versione non convince.

«Non ho ucciso nessuno. Ho subito una rapina, mi hanno rubato la macchina e qualcuno l’ha utilizzata per commettere il duplice omicidio di cui mi si accusa». Antonio Mangiacapre ha negato nel primo interrogatorio dopo il fermo da parte dei carabinieri della compagnia di Marcianise. Assistito dal proprio difensore Mangiacapre ha dichiarato che gli era stata rapinata la Golf di colore grigio da un uomo armato. Un accadimento che, a suo dire gli ha provocato un malore tanto che è stato, poi, costretto a recarsi presso il pronto soccorso della Clinica Pineta Grande di Castel Volturno per le cure del caso. Qui Mangiacapre è stato sottoposto anche alla prova dello stub per verificare se avesse sparato nelle ore precedenti. L’esito si conoscerà tra qualche giorno. Quella stessa vettura sarà, poi, ritrovata dai carabinieri della compagnia di Casal di Principe alla periferia di Cancello Arnone con la carrozzeria ammaccata, ma marciante.

Una pattuglia dei carabinieri: “Abbiamo visto Mangiacapre nella zona dell’agguato”

La versione fornita dall’accusato contrasta con quella fornita dall’equipaggio di una gazzella dei carabinieri che, in pattugliamento poco lontano, sentito gli spari e, prestando attenzione al luogo di provenienza, avrebbero visto Antonio Mangiacapre proprio durante l’agguato ai due fratelli. Nel corso di una successiva perquisizione a casa dell’uomo a San Cipriano di Aversa gli stessi carabinieri avrebbero rinvenuto diverse armi tra cui alcune addirittura con la matricola abrasa. Non a caso, nel provvedimento restrittivo emesso dai magistrati della procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord gli viene contestato non solo il duplice omicidio, ma anche la detenzione illegale di armi.

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