Sabino De Micco è stato arrestato con l’accusa di aver comprato i voti dalla camorra per far eleggere la sorella Giusy, candidata alle elezioni comunali di Cercola nel maggio del 2023. I Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di scambio elettorale politico-mafioso.
Secondo le indagini condotte dai pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano sarebbero stati Sabino De Micco e Antonietta Ponticelli le vere parti dell’accordo di voto di scambio politico mafioso. Il consigliere municipale sarebbe stato il finanziatore della compravendita dei voti, invece, la figlia del boss ergastolano Gianfranco avrebbe avuto voce in capitolo all’interno del suo clan.
Dunque Giusy sarebbe stata la beneficiaria finale del sistema di corruzione e per questa accusa è stata arrestata. L’aspirante consigliera comunale De Micco e il fratello Sabino sarebbero stati coloro che materialmente finanziavano i mafiosi per ottenere le preferenze dalle urne. Secondo le accuse i due fratelli e il padre avrebbero stanziato 1800 euro per l’acquisto di un pacchetto di 60 voti, somma poi consegnata a Giovanni e Giuseppina De Micco.
[nextpage title=”Una famiglia, due fronti politici”]Nel 2021 Sabino è stato eletto consigliere metropolitano della VI Municipalità di Napoli grazie ad una civica di centrodestra. Il paradosso politico potrebbe essere rappresentato dalla candidatura antitetica dei due fratelli: nel settembre del 2022 il giovane politico organizzò un evento politico a sostegno dei candidati di Forza Italia al Senato; nel maggio 2023 Giusy tentò di farsi eleggere a Cercola nella coalizione di centrosinistra candidandosi nella lista Europa Verde; lo scorso aprile Sabino annunciò l’adesione al gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Il 25ennne ha sempre dimostrato più volte la sua avversione per il fronte politico opposto scrivendo, spesso, nei suoi post su Facebook #comunistipezzimerda.
[nextpage title=”La reazione di Fratelli d’Italia”]Gli esponenti locali del partito di Giorgia Meloni hanno preso le distanze: “Apprendiamo da notizie di stampa che il sig. Sabino De Micco, consigliere della 6a Municipalità, sarebbe coinvolto in una inchiesta di voto di scambio politico mafioso. Lo stesso fu eletto come candidato presidente della lista “Progetto per Napoli – Prima Napoli Maresca Sindaco” nelle elezioni amministrative del 2021 e aveva da poco espresso la sua volontà di aderire a Fratelli d’Italia. Una volontà che ha avviato un procedimento che non si è ancora perfezionato e per il quale, al momento, non risulta ancora iscritto al nostro partito. Ciò nonostante, riponendo la massima fiducia nel lavoro della magistratura, abbiamo sospeso la sua richiesta di adesione e bloccata qualunque nomina all’interno della organizzazione“.
[nextpage title=”La replica di Maresca”]Immediatamente è arrivata la replica di Maresca. “In relazione alla nota stampa odierna di Fratelli d’Italia che indica il sig Sabino Di Micco quale candidato presidente di una lista a me collegata per la VI municipalità per le elezioni amministrative del 2021, smentisco categoricamente la notizia in quanto assolutamente falsa. Il presidente indicato dalla lista Maresca nella VI municipalità è stato l’avvocato Stefano Marzatico, professionista integerrimo e stimato”.
“Le altre liste compresa quella indicata come “Progetto per Napoli – Prima Napoli” fecero scelte politiche diverse, da me non condivise, indicando altri candidati a presidente. Oggi forse si comprendono meglio anche le ragioni che mi portarono a non condividere le proposte sui candidati presidente di alcune liste ed a scegliere altri candidati per le elezioni per le diverse municipalità”.
[nextpage title=”La nota di Europa Verde”]La segreteria provinciale di Europa Verde ha dichiarato in una nota: “Giusy De Micco è stata candidata nella lista di Europa Verde come indipendente in quanto mai stata iscritta al partito”
I politici pagavano 30 euro a voto, la camorra controllava un seggio elettorale