Clamorosa scarcerazione nella camorra a nord di Napoli. Ciro Serrapiglia era stato condannato nel luglio del 2022 dal Tribunale di Napoli Nord a 20 anni di reclusione per partecipazione, con condotta qualificata di capo promotore, del clan Moccia, insieme a Tortora Renato.
A suo carico decisive le intercettazioni disposte nei confronti di Antonio Lucci (noto come Tonino o pazz) il quale, è stato intercettato mentre parlava con altri soggetti ed ammetteva di aver sostenuto economicamente il Serrapiglia durante la sua detenzione per la sua appartenenza al clan afragolese ed in ragione del suo spessore criminale.
Nonostante la dura condanna, i giudici della IV Sezione della Core di Appello hanno disposto la scarcerazione del Serrapiglia accogliendo l’istanza di perdita di efficacia della misura cautelare per decorrenza dei termini di fase proposta dagli avvocati Dario Carmine Procentese e Claudio Davino legali del Serrapiglia.
LE DICHIARAZIONI E LE INTERCETTAZIONI SU SERRAPIGLIA
A carico del presunto ras della cosca afragolese, le dichiarazioni di Migliozzi Luigi, Caputo Lucio (dichiarato inattendibile in altri procedimenti penali) nonché alcune intercettazioni a carico di Tortora Renato dalle quali emergeva il ruolo apicale assunto dal Serrapiglia.
Anche il super pentito Puzio Michele ha riferito sul ruolo del Serrapiglia, confermandone lo status criminale. Dalla sentenza di primo grado i sono trascorsi i termini di fase previsti dal codice di rito (presumibilmente per un difetto comunicativo tra il Tribunale di Napoli Nord e la Corte di Appello di Napoli) errore prontamente messo in evidenza dai legali del Serrapiglia.
