Il Gup presso il Tribunale di Napoli – Dott.ssa Campanaro ha condannato Gennaro Manetta, detto Maradona, soggetto ritenuto intraneo al clan Contini, nella qualità di capo e promotore del sodalizio nonché collegato praticamente a tutte le attività del clan: dallo spaccio di droga alle truffe, passando per la manipolazione delle liste di attesa ospedaliere al San Giovanni Bosco e arrivando anche alla gestione delle case popolari.
Proprio “Genny Maradona” veniva indicato come colui che poteva manipolare le liste di attesa per le operazioni ospedaliere, naturalmente dietro pagamento: gli interventi di elezione venivano fatti passare come urgenza e il cittadino, che in questo modo saltava la coda, pagava direttamente al clan.
Allo stesso modo, il ruolo attribuito al Gennaro Manetta era di gestore della cassa del clan.
Il Gup, accolte le argomentazioni difensive del legale del Manetta, l’avvocato Salvatore D’Antonio, ha optato per una condanna più tenue rispetto alle richieste del pubblico ministero, che aveva invocato una pena di 10 anni. Manetta è stato invece condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione. La riduzione si deve anche al ruolo riconosciuto a Maradona, quello di partecipe e non quello di organizzatore come richiesto dal pm.
Luigi Perrotta e Gaetano Esposito sono stati condannati a 8 anni, Giuseppe Boccelli e Ciro Aieta a 7 anni e 8 mesi, Domenico Scutto a 6 anni e 8 mesi, e Carmine Botta a 5 anni e 4 mesi in continuazione.