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lunedì, Aprile 7, 2025
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I Casalesi di Bidognetti finanziati dal noto imprenditore del litorale Domitio

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Figurano anche tre elementi di spicco delle fazioni Bidognetti e Schiavone tra le cinque persone arrestate dai carabinieri di Aversa al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il primo, noto imprenditore attivo nell’area del litorale Domitio ritenuto “stabile riferimento del clan per il finanziamento delle casse della famiglia Bidognetti“. Un incarico che ricopriva avviando iniziative economiche comuni con esponenti del gruppo criminale.

L’asta degli immobili

Tra queste, l’acquisto all’asta di numerosi immobili, laddove l’imprenditore avrebbe corrisposto delle somme di denaro ad appartenenti al clan, grazie al cui intervento, gli altri offerenti venivano indotti a rinunciare alla partecipazione all’incanto così da consentire all’imprenditore di aggiudicarsi i beni.

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L’imprenditore, secondo quanto ricostruito, sarebbe, altresì, direttamente coinvolto in un progetto per la realizzazione di un ristorante di una nota catena di fast food in un terreno situato a Castel Volturno lungo la via Domiziana, già di proprietà di un imprenditore colluso con il clan Bidognetti e colpito da confisca di prevenzione.

Le estorsioni 

Il secondo soggetto, anche lui ritenuto legato alla stessa fazione dell’imprenditore, si occupava invece della gestione delle attività estorsive sui territori dei comuni di Lusciano e Parete, storicamente di egemonia del clan. Il terzo soggetto, invece, è stato individuato quale referente del clan – gruppo Schiavone, e anche lui si occupava di estorsioni. Terminato un lungo periodo di detenzione si sarebbe immediatamente rimesso in attività non solo nelle estorsioni ma anche nel traffico di droga.

Lo spaccio sul litorale Domitio

Il quarto arrestato è un albanese: versava migliaia di euro al mese al clan dei Casalesi per spacciare e gestire in regime di sostanziale monopolio le forniture di sostanze stupefacenti alle piazze di spaccio del litorale Domizio.

Sia lui sia il quinto arrestato sarebbero coinvolti con altri soggetti invece appartenenti al clan, e per i quali si è proceduto separatamente, in un’estorsione ai danni di un imprenditore operante sul litorale Domizio, dal quale con violenza e minacce, veniva preteso il pagamento di ben 15mila euro. Le misure cautelari riguardano l’imprenditore Antonio Fusco; Nicola Gargiulo, 67 anni; Nicola Pezzella, 63 anni; l’albanese Hermal Hasanai, 84 anni e Umberto Meli, 93 anni.

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