Per il pubblico italiano, Gerry Scotti rappresenta da sempre un volto familiare, sinonimo di calore e genuinità. Con il suo fare affabile e la sua innata semplicità, è diventato uno di famiglia per milioni di telespettatori. Originario di un contesto rurale, come racconta lui stesso in una recente intervista al Corriere della Sera, Scotti è cresciuto in una famiglia umile, immerso nei valori della campagna. Nato “sul tavolo della cucina” – come ama ricordare con ironia – ha portato con sé, anche nella sua vita pubblica, i principi che ha imparato in quegli anni.
Gerry Scotti si racconta
L’arrivo nella grande Milano degli anni ’60 ha segnato per lui un passaggio importante. Il padre Mario, operaio nelle rotative del Corriere della Sera, ha introdotto Gerry alla realtà urbana, dando alla famiglia un nuovo inizio in piazzale Corvetto. Ancora oggi, Scotti ricorda con affetto e un sorriso i suoi primi incontri con l’ascensore e l’acqua calda, simboli di un mondo diverso da quello della campagna.
Durante la sua carriera, Gerry ha collaborato con alcune delle figure femminili più ammirate della televisione italiana, in particolare le “Letterine”, showgirl che condividevano il set con lui in programmi di successo. Scotti ammette che, durante un periodo delicato della sua vita personale, ha provato attrazione per queste giovani donne, ma con senso di professionalità ha evitato di intrecciare vita privata e lavoro. “Le mie preferite? Non le più belle, ma quelle che si ricordavano di dirmi buongiorno e buonasera,” commenta Scotti, con la sua abituale ironia.
Un momento di amarezza riaffiora nei suoi ricordi quando menziona il duo Claudio Cecchetto e Max Pezzali, un tempo inseparabili. Per Scotti, Cecchetto è stato una figura determinante che lo ha spinto verso il mondo della radio e della televisione. Tuttavia, osservando il distacco tra Pezzali e il suo mentore, Gerry confessa di aver provato una certa delusione, paragonando la rottura a quella tra i Beatles.
Sebbene abbia raggiunto la vetta della popolarità, Gerry Scotti rimane fedele a una vita semplice. Nonostante il successo, infatti, si considera una persona comune. “Sono un uomo normale,” afferma, sottolineando di preferire trattorie e abiti casual, e di guidare un’utilitaria. Questo suo stile di vita, lontano dai lussi della celebrità, lo ha aiutato a mantenere i piedi per terra e a costruire rapporti autentici con colleghi e collaboratori.
Scotti non nasconde poi il suo impegno a mantenere un equilibrio nella vita quotidiana, adottando piccole pratiche di disciplina, come il “fioretto” del lunedì sera, in cui si concede un leggero minestrone per compensare qualche peccato di gola del fine settimana.
Riconosce l’importanza di Mike Bongiorno nella sua crescita professionale, ricordandolo come un maestro severo ma affettuoso. Un episodio rimasto impresso nella memoria di Scotti è l’investitura simbolica ricevuta da Bongiorno durante una puntata di Striscia la Notizia, quando quest’ultimo, in modo scherzoso e un po’ burbero, lo nominò suo erede.
Scotti ha affrontato anche momenti difficili sul piano personale. La gelosia, confessa, è stata una sfida nei primi anni delle sue relazioni. “Era una malattia, ma sono guarito,” racconta, incoraggiando chi si trova intrappolato in questo sentimento a cercare aiuto, sottolineando come la gelosia rappresenti una distorsione dell’amore, e non una prova di esso.
Alla domanda su cosa significhi per lui il perdono, Scotti risponde con saggezza: “Meglio perdonare chi non lo merita che accorgersi di aver trattato male qualcuno.” Ancora una volta, emerge la sua natura bonaria e la filosofia di vita che lo ha reso tanto amato dal pubblico.
Oggi, Gerry Scotti si dichiara finalmente sereno. Se qualche volta un vicino rumoroso disturba il suo riposo notturno, non manca comunque di riflettere con gratitudine su tutte le persone che hanno segnato la sua vita, conservando quella semplicità che, dopo decenni, lo mantiene uno dei volti più apprezzati della televisione italiana.